Gaza, mediazione degli Usa. Biden: Strage ospedale non è responsabilità di Israele

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Gaza, mediazione degli Usa. Biden: Strage ospedale non è responsabilità di Israele

Gaza, mediazione degli Usa. Biden: Strage ospedale non è responsabilità di Israele

19 Ottobre 2023

Quando arriva in Israele, il presidente Biden abbraccia Netanyahu. Poi abbraccia nonna Rachel, 65 anni, che il 7 ottobre scorso, da sola, ha tenuto a bada per quasi un giorno cinque terroristi di Hamas, dopo che avevano fatto irruzione nella sua casa di Ofakim, trattandoli da vera ospite e offrendo loro tè e biscotti. Così Rachel ha salvato la sua vita e quella del marito David, fino all’arrivo dei soldati israeliani.

In Israele Biden dice due cose molto chiare. La prima è che la strage dell’ospedale di Gaza non è responsabilità di Israele. La seconda è che Gerusalemme non deve ripetere gli errori di Washington all’epoca dell’11 Settembre. Non farsi trascinare dalla rabbia dopo l’assalto dei fascisti islamici che ha fatto oltre mille morti in Israele. “La maggioranza dei palestinesi non sono Hamas”, ha sottolineato il presidente americano, “la perdita di vite palestinesi conta”.

Parole che provano a placare le divisioni internazionali sulla strage dell’ospedale di Gaza, che il mondo arabo riversa su Israele. Per il presidente egiziano al Sisi, l’Egitto ha chiuso i valichi ai profughi palestinesi, è stata una strage “intenzionale” di Israele. L’Onu e la Ue reagiscono con prudenza. Numerose prove audio e video fornite dall’esercito israeliano indicano che la strage dell’ospedale è frutto di un razzo difettoso della Jihad islamica. Non sarebbe la prima volta.

Eppure dopo la strage la propaganda di Hamas ha parlato subito di 500 morti e di un razzo israeliano che aveva distrutto l’ospedale. Pochi minuti dopo il New York Times titolava e sottotitolava così: “Attacco israelieno uccide centinaia di persone in ospedale, dicono i palestinesi. Almeno 500 morti; Israele invita alla cautela mentre indaga”. La formulazione della frase nel titolo appare studiata per fare di Israele l’attore principale della vicenda, anche se la chiusa finale riconosce che si tratta di una notizia data dai palestinesi, fa notare Podhoretz su Commentary.

La propaganda di Hamas funziona. Poi il New York Times cambia titolo: “Centinaia di morti nell’esplosione di un ospedale, dicono i palestinesi”. Ma aprendo il pezzo, si legge: “Israele e i palestinesi si accusano a vicenda per l’esplosione dell’ospedale di Gaza che ha ucciso centinaia di persone”. Non proprio una grande figura per la grande stampa occidentale. La guerra intanto continua.

Il viaggio di Biden ha una grande rilevanza per trovare una mediazione. Il presidente Usa ammonisce Hezbollah e l’Iran, che invocano la distruzione del “nemico sionista”. “Se pensate di attaccare Israele rinunciate a quest’idea, non fatelo”. Con il sostegno americano, dalle navi schierate al largo dello Stato ebraico e gli aiuti militari, “oggi Israele è più forte che mai”. Che fare?

“Ciò che serve oggi – spiega Gaetano Quagliariello, il presidente di Magna Carta, nostro editore – è una strategia politica da affiancare a quella militare, che comunque, evidentemente, Israele non potrà non avere. Dal versante degli alleati occidentali, poi sarà particolarmente importante la determinazione degli Stati Uniti: il loro ruolo oggi è ancora più importante di ieri. Anche perché dobbiamo constatare, ancora una volta, che la politica estera europea è inconsistente”.

L’esercito israeliano ha annunciato la creazione di una zona protetta per la popolazione di Gaza, nel sud della Striscia, destinata agli “aiuti umanitari internazionali”. Gerusalemme chiede la liberazione degli ostaggi, che i prigionieri siano visitati dalla Croce Rossa, mentre apre alle forniture umanitarie dall’Egitto. Intanto continua a colpire Hamas e la Jihad nella Striscia e i loro dirigenti militari e politici.

Secondo la stampa israeliana l’amministrazione Biden avrebbe esortato riservatamente Israele a non lanciare una campagna militare contro Hezbollah. Intanto AP riporta che i terroristi di Hamas il 7 ottobre hanno utilizzato armamenti nordcoreani, nonostante Pyongyang neghi di vendere armi agli islamisti.