Il Giorno della Memoria, Bruck: “Non credo che tutto sarà dimenticato”
27 Gennaio 2023
Oggi si celebra il ‘Giorno della Memoria’, per non dimenticare la Shoah e i milioni di vittime che produsse. In una bella intervista a QN, la scrittrice Edith Bruck dice che “non tutto sarà dimenticato”. Ognuno “è libero di pensarla come crede. Perdonare è vivere senza odio, ci rende immortali”.
“Perdonare l’Olocausto è però una cosa diversa, un ebreo può perdonare per se stesso non per gli annientati. Ma non credo che tutto sarà dimenticato. Incontri, parrocchie che chiamano, le comunità, i movimenti, le diocesi, e poi le università, le scuole, i ragazzi che mi scrivono…”. Bruck è una delle sopravvissute alla Shoah.
In occasione del Giorno della Memoria, Bruck ricorda le cinque luci che le hanno permesso di salvarsi. “La prima s’accese ad Auschwitz dopo che un soldato mi divise da mia madre picchiandomi per farmi andare a destra, la fila degli schiavi, un’ombra di pietà verso questa ragazzina di 13 anni. La seconda fu quella di Dachau, quando un cuoco mi chiese come mi chiamassi. Poi mi diede un pettine che estrasse da un taschino”.
“La terza brillò a Landsberg, sottocampo di Dachau, dove uno mi sbatté addosso una gavetta con tre centimetri di marmellata. La quarta fu quando qualcuno mi lanciò addosso un guanto bucato. La quinta durante la marcia della morte verso Bergen Belsen, quando un soldato spinto a terra da mia sorella Adele mi venne incontro dandomi della lurida cagna ebrea, aggiungendo che meritavamo di sopravvivere perché avevamo osato colpire un ‘tedesco’”.
La scrittrice sottolinea anche le parole di Hannah Arendt, secondo la quale gli italiani, eredi della ‘pietas’ latina, e i norvegesi per la cultura sociale, sono stati i due popoli che più hanno aiutato gli ebrei d’Europa. “È la storia a tramandarlo. Polacchi e ungheresi i peggiori”.