Il “Goldginger” del Qatargate
26 Dicembre 2022
La procura belga indaga sul Qatargate, lo scandalo che coinvolge politici, portaborse e faccendieri tra Belgio, Italia, Polonia Marocco e Qatar. Spunta il nome di Mohamed Belahrech, nome in codice M118, il presunto spione che sarebbe una delle ‘manine’ della presunta riffa. Il ben informato Le Soir descrive questo Belahrech come un “pericoloso” agente del controspionaggio attivo in Europa negli ultimi dieci anni. Ma a leggerla, la sua storia non sembra molto edificante.
Qatargate, storia di uno spione
Prima Mohamed si fa beccare in Spagna mentre cerca di infiltrare le mosche locali e fa affari poco chiari con la moglie, scrive El Confidencial. Poi lo spione riemerge in Francia a Parigi, dove avrebbe ricevuto file su sospetti terroristi da un agente della immigrazione francese, secondo Liberation. Politico, citando fonti della sicurezza europea, commenta dicendo che tra le agenzie europee e quelle dei Paesi nordafricani c’è un grande viavai di informazioni. I nordafricani verrebbero usati come fornitori di intelligence, in cambio avrebbero via libera per operazioni di influenza nel vecchio continente. Niente di nuovo diranno gli addetti ai lavori; soprattutto se certi interventi permettono alle autorità europee di contrastare il terrorismo islamico.
Sulle orme di Mohamed Belahrech
Difficile fare chiarezza su questi rapporti, insomma, riavvolgendo il nastro dagli attacchi ad Atocha in avanti. Tornando al nostro Mohamed, dopo essere sparito in Francia, lo ritroviamo impegnato a corteggiare gli ormai ex europarlamentari italiani implicati nel Qatargate. Ascoltare Belharech, secondo la procura belga, servirebbe a capire meglio la circolazione delle mazzette sotto forma di cash e carte di credito a Bruxelles. Insomma, M118 con il Qatargate è tornato sotto i riflettori. Le domande sulle relazioni in corso tra lo spione e le reti di intelligence europee aumentano. Ma qualche domanda sul curriculum di questo “Goldginger” viene pure spontaneo farsela.