In Brasile vince Lula, Bolsonaro lascia un Paese che cresce più degli Usa
31 Ottobre 2022
Il 77enne Lula è per la terza volta presidente del Brasile. Lula ha vinto di un soffio le elezioni, con uno scarto di appena due milioni di voti sul presidente uscente Bolsonaro. Governerà su 215 milioni di brasiliani. Lula ha preso oltre 60 milioni di voti, Bolsonaro più di 58 milioni. La vittoria arriva dopo il cancro, dopo il carcere e due mandati alla guida del Brasile. Tra i primi leader mondiali a congratularsi con Lula, Macron e Biden. Il presidente degli Usa ha definito le elezioni in Brasile “libere, giuste e credibili”. In 13 dei 27 stati che compongono il Brasile, Lula si troverà di fronte governatori repubblicani.
“Il Brasile ha bisogno di pace e unità”, ha detto il presidente. “Dal primo gennaio governerò per tutti i brasiliani e non solo per quelli che mi hanno votato. E’ tempo di riunire la famiglia. A nessuno interessa vivere in un Paese perennemente in guerra. E’ tempo di deporre le armi”. “Il nostro impegno più urgente è porre fine alla fame”. Il Brasile è “pronto a riprendere il suo posto nel combattere la crisi climatica, specie in Amazonia. Il pianeta ha bisogno di una Amazonia viva”.
Il programma economico di Lula è incentrato sulla lotta alla povertà. Il presidente ha detto che oggi in Brasile ci sono 30 milioni di poveri. Nella sua Lettera ai brasiliani, Lula ha promesso la riforma del lavoro, lo stop alle privatizzazioni delle grandi aziende statali, più tasse per i ricchi. Ha anche annunciato di voler ridurre la inflazione e di riallineare il prezzo del gas di Petrobas agli standard internazionali. Ha tranquillizzato i mercati ricordando di aver abbassato il costo della vita durante i suoi mandati precedenti.
“Abbiamo generato 20 milioni di posti di lavoro, raggiunto l’obiettivo del surplus primario, pagato il debito con il Fondo Monetario, restituendo 10 miliardi”. “Spenderemo tutto quello che sarà necessario per migliorare la condizioni di vita dei brasiliani”. Infine, la promessa di dare più autonomia alla Banca centrale e di non scegliere tecnici per il ministero della economia.
Nonostante il Covid e la guerra in Ucraina, il Brasile di Bolsonaro è cresciuto economicamente negli ultimi anni. Guidato dalla destra del Partito Liberale il Brasile chiude il 2022 con un aumento del 2,7% del Pil, un tasso di crescita più alto degli Usa. Ad agosto, la disoccupazione è scesa all’8,9% rispetto al 13,1% dell’anno precedente. Nel pieno della crisi globale determinata dalla guerra in Ucraina.
Bolsonaro viene accusato di essere uno statalista travestito da liberale ma la sua politica di stimolo della economia sembra aver funzionato. Nonostante le enormi disparità economiche del Paese. Prima delle elezioni, Bolsonaro ha fatto passare al Congresso un pacchetto di riduzione delle tasse su carburanti, gas, elettricità, telecomunicazioni, trasporto pubblico. I bonus economici per i più poveri nel welfare sono passati da 78 a 117 euro. L’intervento dello Stato in economia ha fatto salire il debito pubblico del Paese e secondo gli osservatori presto torneranno ad alzarsi anche i tassi di interesse.
Nel 2021 il Brasile ha raggiunto la tredicesima posizione tra le economie globali.