In Cina crolla l’export ma i lockdown continuano e Xi resta al suo posto
08 Novembre 2022
Ottobre 2022 nuovo spartiacque per la tempesta economica che sta affrontando la Cina dei tanti piccoli e grandi lockdown. Le esportazioni (- 0,3%) e le importazioni (-0,7%), infatti, hanno fatto registrare un’inattesa contrazione. Si tratta del primo crollo simultaneo da maggio 2020. La combinazione tra misure di contenimento del Covid-19, tutt’oggi molto rigide in Cina, e i venti della recessione globale, ha fiaccato la domanda e oscurato ulteriormente le prospettive di un’economia già in notevole difficoltà .Â
Una nuova sfida per Xi Jinping e i suoi. Da un lato, i vertici cinesi sembrano voler proseguire con le misure di prevenzione sanitaria. Dall’altro, a breve saranno chiamati a rispondere alla pressione derivante dall’aumento dell‘inflazione, dai forti aumenti dei tassi di interesse mondiali e da un rallentamento globale dell’economia e della produzione.Â
I dati suggeriscono che la domanda rimane nel complesso fragile: un segnale poco positivo per l’export di Pechino anche per i prossimi trimestri. Una contrazione che, se non dovesse arrestarsi, contribuirebbe ad aumentare la pressione sul settore manifatturiero del paese e sulla seconda economia più importante del mondo, già alle prese con la pandemia e la persistente, protratta debolezza del mercato immobiliare.
Effetti anche sullo yuan che lunedì è sceso dello 0,4% proprio a causa dei dati commerciali deboli e la scelta di Xi di continuare con la rigida strategia zero – Covid.Â
La Cina ha infatti scelto, a quasi tre anni dall’inizio della pandemia, di mantenere un approccio rigido e orientato al lockdown per contrastare l’aumento dei contagi. Una scelta che ha richiesto un tributo pesante all’economia del gigante aiatico, causando frustrazione e stanchezza nella popolazione. La guerra in Ucraina, che ha provocato un’impennata dell’inflazione già elevata a livello globale, è andata ad aggiungersi alle tensioni interne ed esterne, indebolendo ulteriormente l’azione economica.
Risultati, quelli della gestione Xi, che è difficile definire positivi eppure, a differenza delle pericolanti, indebolite e contestate democrazie occidentali, in Cina difficilmente al leader in carica verrà chiesto conto di fallimenti e controversie.