
Israele: Netanyahu è tornato, la sinistra si sfascia

03 Novembre 2022
Benyamin Netanyahu è tornato. “Bibi” si appresta a diventare il premier più longevo della storia di Israele, più del padre della patria David Ben Gurion. La destra israeliana, mentre si conclude li spoglio ai seggi, avrebbe vinto le elezioni – stavolta con chiarezza.
Il fallimento della maggioranza di Yair Lapid corrisponde in qualche modo al successo della destra sionista di Itamar Ben Gvir, terza forza politica della Knesset. La maggioranza politica in Israele ora è composta dal Likud, sionisti e dai due partiti religiosi. Un totale di 65 seggi su 120 in Parlamento.
Lapid minoranza
Perde il fronte opposto guidato da Lapid (inclusi Benny Gantz, i Laburisti, Avigdor Lieberman e gli islamisti di Mansour Abbas). 50 seggi. Altri 5 ne conta la sinistra araba di Hadash Taal. Fuori dalla Knesset resterebbero la sinistra di Meretz, i nazionalisti arabi e altre formazioni di destra. Il Sionismo religioso sembra essere stato premiato dall’elettorato giovanile.
Ben Gvir fa sfoggio di moderazione. “Lavorerò per tutto il popolo di Israele, anche per quelli che mi odiano”. Il suo partito chiede la annessione della Cisgiordania, lo stop alla soluzione dei 2 Stati, la mano libera per soldati e poliziotti.
La cautela degli Usa
Usa e Paesi del Golfo mettono le mani avanti sulla presenza di Ben Gvir al Governo con Netanyahu, che potrebbe avere riflessi sugli gli Accordi di Abramo. La “relazione speciale” tra Usa e Israele parte in saluta con Ben Gvir al governo. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Price, ha chiesto che si “rispetti i diritti delle minoranze”.
Il governo Lapid finisce ingloriosamente. Gli alleati lo hanno accusato di non aver fatto una buona campagna elettorale. Sotto accusa anche la leader dei Laburisti Merav Michaeli, di cui sono state chieste le dimissioni. La sinistra israeliana ha dimostrato la sua inadeguatezza. Ha fallito e ha trascinato economicamente e politicamente Israele indietro nel tempo. Ora torna Netanyahu.