Italia delle contraddizioni: ultima per digitalizzazione ma con il più bel piano per l’AI al mondo
18 Maggio 2022
di Tiziano Rugi
In Italia mancano colossi tecnologici, è vero. Eppure la stessa Italia, secondo il Brookings Institution, ha il piano di sviluppo dell’intelligenza artificiale più completo al mondo. Meglio di Francia, Germania, Stati Uniti. Non è un aspetto marginale. Il settore dell’AI è in piena espansione ovunque. Il mercato crescerà fino al 2027 con un tasso del 42,2%. Nel 2021 gli investimenti privati sono stati di 93,5 miliardi di dollari: il doppio rispetto al 2020. L’Italia conferma il trend: +27% di crescita nel 2021 e 380 milioni di valore di mercato. Due anni prima era la metà.
Essere pionieri nell’intelligenza artificiale significa essere in prima linea nel futuro e ottenere vantaggi competitivi sulle altre nazioni. Come spesso accade, però, manca la ricaduta dalla ricerca universitaria avanzatissima al mondo imprenditoriale. Lo stesso rapporto del Brookings che ci elogia, evidenzia come l’intelligenza artificiale e le innovative tecnologie di blockchain sono trascurate dai finanziamenti del Pnrr. Ci sono tante start-up di piccole dimensioni o spin-off universitari nell’IA, bisogna vedere dove arriverà lo sviluppo dei progetti di AI delle imprese medio-grandi, che pure assicurano di averli avviati.
L’Italia, però, ha un problema più immediato da risolvere in tempi brevi: la scarsa digitalizzazione. Siamo al ventitreesimo posto su 27 Paesi dell’Unione europea e ultimi tra le economie più avanzate. Addirittura venticinquesimi per le competenze digitali dei cittadini. La trasformazione digitale è poco presente non solo nella Pa, ma anche tra le imprese. I dati sono imbarazzanti e rappresentano un fardello per l’economia nelle sfide dei prossimi anni.