
La Bce, la finanza sostenibile e i vincoli allo sviluppo europeo

26 Gennaio 2023
Con l’adozione dei criteri ESG/SDGs nel processo decisionale delle grandi aziende, la finanza sostenibile diventa una pratica economica sempre più diffusa. Un concetto ancora relativamente nuovo e, come tale, esposto a molte sfide. Ma la crescente consapevolezza e l’aumento della domanda di investimenti sostenibili spinge molti analisti ad affermare che il settore continuerà ad evolversi nel tempo.
I fattori ambientali e sociali, insieme agli obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nella Agenda 2030 delle Nazioni Unite, hanno aumentato la volontà di governi e grandi aziende di fare investimenti sostenibili. Investimenti che tengano conto del cambiamento climatico, delle diseguaglianze sociali, di genere, e delle questioni legate alla governance societaria.
Finanza sostenibile tra criteri ESG e obiettivi SDGs dell’Agenda Onu 2030
Questi criteri assumono una importanza sempre maggiore quando si prendono decisioni su dove investire il proprio denaro. L’obiettivo della finanza sostenibile è quindi quello di allineare i mercati finanziari, con l’obiettivo di raggiungere uno sviluppo in grado di affrontare grandi sfide globali come il cambiamento climatico. Tra gli strumenti finanziari ci sono la emissione di obbligazioni “verdi”, gli investimenti in infrastrutture sostenibili o su eventi con un alto impatto ambientale.
La Banca Centrale Europea si sta muovendo in questa direzione. La Bce ha introdotto una serie di indicatori statistici sperimentali sulla finanza sostenibile, sul debito “verde”, sociale, oppure legato ai rischi determinati dal cambiamento climatico. La Ue intende utilizzare inoltre una serie di indicatori analitici sulle emissioni di carbonio finanziate dalle istituzioni economiche europee. Insieme ad altri indicatori di rischio naturale rispetto a eventi fisici o cataclismatici.
Gli indicatori serviranno ad analizzare l’impatto sulle performance di prestiti, obbligazioni e azioni. L’obiettivo è sempre quello della riduzione dell’inquinamento e delle diseguaglianze verso una economia sostenibile a impatto neutrale. Va detto che la finanza sostenibile presenta ancora tutta una serie di limiti e punti di debolezza. C’è una mancanza di standardizzazione a livello globale: non esiste cioè uno standard ampiamente accettato sulla materia.
Le mosse della BCE e i limiti della finanza sostenibile
Questo può rendere difficile per gli investitori e le aziende confrontarsi e valutare le diverse opzioni in campo. C’è inoltre una disponibilità limitata di dati che può rappresentare un problema per le aziende e gli investitori che cercano di valutare le prestazioni ESG di determinati asset. Si tratta di investimenti che presuppongono spesso una visione sulla sostenibilità a lungo termine che può rendere complicata la piena attuazione di pratiche finanziarie sostenibili.
Le Pmi, per molte di queste ragioni, possono trovare costose e complesse tali pratiche. Potrebbe esserci una forte riluttanza al cambiamento, proprio nel settore finanziario, rendendo più difficile l’attuazione delle suddette pratiche e di regolamenti di finanza sostenibile. Come pure il rischio di ritrovarsi con aziende che utilizzano la finanza sostenibile unicamente come un modo per migliorare la propria immagine. Cioè senza apportare modifiche significative alle proprie attività : il fenomeno noto come greenwashing.
Che succede in Cina
Secondo la Bce, la mancanza di standard armonizzati a livello internazionale, leggi e regolamenti condivisi, rende difficile l’attuazione degli indicatori previsti dalla Eurotower. Ad esempio quale livello di armonizzazione c’è tra il mondo finanziario occidentale e Paesi come la Cina che pure promuovono attivamente la finanza sostenibile? La Cina sta adottando politiche centralizzate e regolamenti statali, incoraggiando le istituzioni finanziarie a investire in progetti ecologicamente e socialmente responsabili. Ma quanto variano gli standard di rendicontazione sulla sostenibilità in Cina rispetto a quelli occidentali?
La cooperazione internazionale e l’allineamento sugli standard di finanza sostenibile sono limitati. Questo rende difficile per le istituzioni finanziarie cinesi partecipare ai mercati globali della finanza sostenibile. C’è anche una mancanza di trasparenza che non permette di verificare facilmente la validità delle l’affermazione di sostenibilità fatte da Pechino.
Quei vincoli europei allo sviluppo e alle rendite finanziarie
La Banca Centrale della Cina ha emanato le sue linee guida sull’emissione di obbligazioni verdi e ha istituito un sistema di certificazione della finanza verde. Nel 2017 la Cina è stata uno dei leader globali nell’emissione di obbligazioni verdi. Il governo cinese ha fissato obiettivi ambiziosi per le energie rinnovabili e i veicoli elettrici, che dovrebbero guidare ulteriori investimenti sostenibili. Ma la finanza sostenibile in Cina è ancora un concetto relativamente nuovo, mancano un quadro normativo e dati chiari e coerenti sulla sostenibilità degli investimenti. Le opportunità di investimento in Cina dunque sono limitate.
La domanda diventa se all’Europa, sulla scorta delle decisioni prese dalla Bce, convenga mettere vincoli di sostenibilità troppo stretti e ambiziosi sulle rendite finanziarie e sullo sviluppo economico. Considerando come si stanno muovendo grandi rivali economici, finanziari e commerciali come Pechino.