La manovra di Natale
19 Dicembre 2022
“Assolutamente sì, fiducioso con fiducia”. Così, ieri, il ministro dell’economia Giorgetti a chi gli chiedeva se fosse fiducioso sul fatto di chiudere la manovra alla Camera entro Natale. Tra le misure discusse in commissione Bilancio alla Camera, viene ridefinito da 20 a 25mila il tetto del reddito per il taglio del cuneo fiscale. Un ulteriore punto percentuale, dunque, dal 2 al 3%. Il reddito di cittadinanza viene invece ridotto da 8 a 7 mensilità nel 2023 in vista della revisione nel 2024.
Le pensioni minime per gli over 75 salgono a 600 euro, una misura per cui si era spesa fortemente Forza Italia. L’Iva sul pellet passa al 10% e al 5% sul teleriscaldamento, provvedimenti caldeggiati dalla Lega per fronteggiare il caro energia. Sul fronte delle pensioni, resta l’incognita sulla revisione di opzione donna per il pensionamento anticipato. La questione, dibattuta nei giorni scorsi, non appare negli emendamenti del governo.
Manovra e “Opzione donna”
Nella versione attuale, Opzione donna prevede 60 anni di età . Tra le condizioni previste, essere un “cargiver” o invalida. “Il governo ha una sua opinione su opzione donna, il problema è l’onerosità delle coperture, siamo disponibili al confronto”, specifica Giorgetti. Il ministro ripete più volte che “il mio problema sono le coperture”. Per il Superbonus, cambiano i termini per depositare le Cilas, con proroga al 31 dicembre 2022, invece che da novembre.
Dal prossimo anno il Superbonus passerà al 90% con paletti sul reddito. E’ stata ripristinata anche la vecchia norma che permette ai contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso. L’indennità per il congedo parentale sale all’80% per entrambi i genitori in alternativa tra loro. Dalla manovra sembra uscire invece la norma che prevede il tetto minimo a 60 euro per gli esercenti che rifiutano di far pagare con il Pos.
Refuso sul tetto al contante
“L’articolo è soppresso”, si legge nell’emendamento depositato dal governo. Resta l’innalzamento del tetto al contante da mille a cinquemila euro, nonostante un refuso prontamente corretto. Sul Pos, il governo Meloni rinuncia alla norma risultata incompatibile con gli impegni presi nel Pnrr. L’obiettivo a questo punto diventa dare possibili compensazioni per i commercianti per sostenere il costo delle transazioni per i pagamenti digitali.
“Sul Pos il governo ha una sua posizione, spero ci sia un’ulteriore riflessione. Ci rimettiamo al lavoro di questa Commissione per eventuali ristori o risarcimenti, che noi caldeggiamo, da trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni”, dice Giorgetti. Sulla norma ‘salva calcio’, ovvero la rateizzazione delle passività e dei versamenti, Giorgetti fa un chiarimento. “La vicenda verrà trattata come i debiti di tutte le altre aziende. I debiti previdenziali vanno saldati entro i termini pena le procedure previste”.
Opposizioni escono e rientrano
La giornata di ieri in Commissione Bilancio alla Camera non è stata facile. Il dibattito è durato ore. Le opposizioni hanno abbandonato i lavori, eccetto il 5 Stelle, salvo poi rientrare all’arrivo del ministro. Italia Viva parla di “quattro giorni inconcludenti” in Commissione. M5s di “figuraccia” della Meloni sul Pos. Il Pd commenta “così la manovra se la fanno da soli”.
“Non è un maxi emendamento del governo ma diversi testi emendativi,” spiega Giorgetti. “La presidenza della Camera ci ha chiesto di spacchettare rispetto ad un maxi emendamento e quindi abbiamo dovuto fare un lavoro molto complicato di spacchettamento, che ha riguardato le coperture”. I tempi per l’iter parlamentare si accorciano, per evitare l’esercizio provvisorio. Oggi riparte il lavoro della Commissione.
Poi la maratona per votare gli emendmaenti con il termine finale della seduta alle 24 di lunedì. Il testo emendato dovrebbe approdare in Aula alla Camera mercoledì con la maggioranza che punta ad approvarlo prima di Natale ed entro il 28 dicembre in Senato. Non sarà facile.