La paura dell’Italia per la recessione nelle previsioni del FMI

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La paura dell’Italia per la recessione nelle previsioni del FMI

La paura dell’Italia per la recessione nelle previsioni del FMI

22 Aprile 2022

Dopo la pandemia avrebbe dovuto esserci una ripresa, o quantomeno un rimbalzo; invece, può darsi che non sarà che così. La guerra in Ucraina ha ridimensionato le prospettive di crescita di tutti i paesi, ma alcuni sono stati più colpiti di altri. Si tratta di Italia e Germania, di cui si parla sempre più spesso in coppia. Il motivo è semplice, sono i due paesi europei che più avevano vincolato il proprio fabbisogno energetico e la propria economia alla Russia di Putin. Le ultime previsioni del FMI non fanno eccezioni.

Le previsioni del FMI

Il Fondo monetario internazionale prevede una crescita trimestrale molto debole o negativa alla metà del 2022. Inoltre, stima per l’Italia una crescita del Pil del 2,3% quest’anno, dell’1,7% nel 2023 e del’1,3% nel 2024. Lo stesso impatto del Recovery Plan, la cui parte relativa all’energia andrà rivista, è così decisamente ridimensionato.

Daniele Franco, ministro dell’Economia, ha spiegato che “non è pensabile accumulare decine di punti percentuali di Pil di debito come in pandemia”. La strada verso la crescita dell’Italia rimane tracciata, nonostante tutto, anche per questo caldeggia come sempre “prudenza nella gestione dei conti pubblici”. Al contrario Alfred Kammer, direttore dello European Department al FMI, ha auspicato una “risposta simile a quella della pandemia per tutelare la parte più vulnerabile della popolazione e le imprese”. Comunque, Franco ha anche espresso soddisfazione per la riduzione di quattro punti del rapporto debito/Pil, ormai vicino al 150%.

La posizione delle banche centrali

Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha spiegato che nel portafoglio della banca centrale ci sono quote pari al 25-30% del debito pubblico italiano. Questa percentuale non solo non può crescere, ma nei prossimi anni verrà intrapreso un percorso di riduzione.

Nel frattempo, la Fed ha messo sul tavolo un rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale, 0,25% più di quanto preventivato a fine 2021. Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve, ha sottolineato il picco dell’inflazione negli Sati Uniti potrebbe non essere a marzo, coerentemente con le previsioni del FMI.