La sfida tecnologica: il lavoro secondo il Rapporto INAPP 2024

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La sfida tecnologica: il lavoro secondo il Rapporto INAPP 2024

La sfida tecnologica: il lavoro secondo il Rapporto INAPP 2024

20 Gennaio 2025

Il mondo del lavoro sta vivendo una trasformazione senza precedenti. L’avanzata delle tecnologie digitali, l’intelligenza artificiale (IA) e le transizioni demografiche stanno ridisegnando il modo in cui lavoriamo, impariamo e interagiamo. Un cambiamento che se, da un lato, offre opportunità per aumentare la produttività e migliorare la qualità della vita, dall’altro pone sfide significative: dalla necessità di acquisire rapidamente nuove competenze al rischio di esclusione per chi non riesce a stare al passo.

In questo scenario, le politiche pubbliche diventano fondamentali, come evidenziato dal Rapporto INAPP 2024, che analizza le dinamiche del lavoro odierno e propone strategie per affrontare il futuro con resilienza e innovazione.

Che cos’è l’INAPP

L’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) è un ente pubblico di ricerca che studia, monitora e valuta le politiche sociali, del lavoro, dell’istruzione e della formazione in Italia. Fondato nel 2016, l’INAPP rappresenta una risorsa strategica per il Paese, offrendo analisi approfondite a supporto di decisioni pubbliche e private in un contesto di rapido cambiamento economico e tecnologico. Parte del Sistema statistico nazionale (SISTAN) e in collaborazione con le istituzioni europee, l’INAPP svolge un ruolo chiave nella comprensione e gestione delle trasformazioni del mercato del lavoro.

La tecnologia al centro del cambiamento

Nel Rapporto INAPP 2024, presentato la scorsa settimana dal presidente Natale Forlani a Palazzo Montecitorio, si sottolinea come l’intelligenza artificiale stia trasformando profondamente il mondo del lavoro. L’IA viene descritta come uno strumento essenziale per affrontare le sfide più urgenti, che genera allo stesso tempo una serie di criticità, in particolare per le professioni maggiormente esposte al rischio di sostituzione tecnologica.

Una delle innovazioni più significative evidenziate nel rapporto è il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL). Questo progetto sfrutta applicazioni di intelligenza artificiale per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, offrendo un supporto diretto a imprese e lavoratori. L’obiettivo è quello di promuovere maggiore trasparenza e di ottimizzare l’allocazione delle risorse umane.

Professioni a rischio e nuove competenze

Secondo l’indagine, il 23% delle professioni è considerato ad alto rischio di sostituzione a causa della pervasività tecnologica. Per rispondere a questa sfida, il Piano Nazionale Nuove Competenze – Transizione, adottato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e direttamente collegato al PNRR, punta a preparare i lavoratori attraverso programmi formativi mirati, con particolare attenzione alle competenze digitali avanzate.

Un ulteriore strumento è l’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, frutto del lavoro di ricerca condotto dall’INAPP, che permette di personalizzare i percorsi formativi in base alle esigenze di individui e aziende: un approccio che facilita le transizioni lavorative riducendo il disallineamento tra domanda e offerta di competenze nel mercato del lavoro.

La ricetta di Forlani per la ‘doppia transizione’ 

Nella sua relazione, il presidente Forlani ha evidenziato come “la crescita degli investimenti risulta inadeguata nei comparti di attività, in particolare dei servizi, caratterizzati da alta intensità di occupazione e da bassa produttività”. Tra il 2019 e il 2021, solo il 25% delle imprese ha investito in tecnologie digitali, con una spesa media di 524 euro per dipendente.

“Gli obiettivi della transizione digitale e ambientale – continua Forlani – possono essere colti se si individuano modalità capaci di trasferire le innovazioni tecnologiche e di soddisfare la domanda di nuove competenze nelle piccole imprese.”

Il ruolo delle politiche attive

Per affrontare le sfide della transizione in corso, il rapporto propone un cambio di paradigma basato su politiche integrate, che combinino investimenti in tecnologia e formazione. Un elemento cruciale è il potenziamento delle politiche attive del lavoro, che richiedono una “riforma organica orientata dalla necessità di concorrere alla riduzione del mismatch e dei tempi delle transizioni lavorative.”

L’obiettivo non è solo preparare i lavoratori al cambiamento, ma anche creare le condizioni per un mercato del lavoro inclusivo e resiliente. Come sottolinea Forlani: “Nel Rapporto INAPP 2024 abbiamo cercato di fornire un contributo di analisi e di valutazioni che motivi l’esigenza di un cambio di paradigma nell’affrontare i problemi, che metta al centro delle politiche economiche e del lavoro l’obiettivo di aumentare i livelli di produttività e le competenze dei lavoratori, nonché il pieno impiego delle risorse umane”.

“Per le caratteristiche della nostra demografia – la bassa natalità, il progressivo invecchiamento della popolazione in età di lavoro, l’aumento delle persone anziane non attive – questa non è un’opzione, ma rappresenta la condizione primaria per mantenere livelli di benessere ritagliati sui fabbisogni emergenti della collettività”. (Fine della prima puntata, continua…)