L’estate rovente di Big Tech
08 Agosto 2024
Giornate roventi per i giganti della tecnologia: tribunali americani agguerriti, altalena nelle Borse e riot nel Regno Unito.
Un giudice americano ha deciso di bacchettare il monopolista Google, una sentenza in grado di dare una scossa al gigante di Mountain View, che domina il 96,4% del mercato dei motori di ricerca. Come se non bastasse, Warren Buffett, il vecchio miliardario, ha venduto oltre il 50% delle sue azioni Apple, mandando gli investitori tech nel panico.
E poi c’è l’AI, la terza rivoluzione tecnologica dopo Internet e i social media, che sta rivoluzionando il campo di gioco. Meta sta investendo molto nell’AI, rendendo sempre più evidente l’importanza di questo settore. Il problema? In Borsa non tutti sono convinti che la nuova tecnologia rivoluzionerà la crescita economica nel breve periodo.
La settimana borsistica è stata un’altalena, con brutte perdite nei titoli tecnologici: il calo del 20% di Intel, insieme ai guai di Amazon, Google, Microsoft e Nvidia, hanno fatto crescere le preoccupazioni. Eppure, società come Nvidia restano una potenza. Il mercato tech sta vivendo una crisi d’identità e ristrutturazione, con implicazioni geopolitiche ed economiche, ma dopotutto è ancora cruciale per la leadership economica occidentale. Sarà una fase di “distruzione creatrice”?
Infine, le fake news. Starmer, il primo ministro inglese, e Musk, il fondatore di Tesla, se le sono cantate di santa ragione. Musk ha evocato una guerra civile dopo le violente manifestazioni della estrema destra nel Regno Unito, innescate dalla strage di bambine a Southport, vicino Liverpool. L’assassino? Un 17enne descritto sui social come un immigrato islamico che in realtà sarebbe un inglese con genitori ruandesi. Sempre di un assassino si tratta, ma la rabbia ha infiammato le piattaforme, gettando la Gran Bretagna nel caos. Da Downing Street si punta il dito sia verso i social che verso qualche potenza straniera interessata ad amplificato le fake news.
I social però non raccontano solo balle. Molti post che si leggono in giro su Rotherham, una città chiave per capire cosa succede nel Regno Unito in questi giorni, non sono fake. Riflettono le paure degli inglesi, preoccupati dai continui sbarchi dalla Manica e dai record di immigrazione netta (+685 mila l’anno scorso). Qualcuno ha ricordato anche lo scandalo di Rotherham del 2013, con abusi su decine di bambine perpetrati da gang di origine asiatica. Violenze su cui per anni è caduto il silenzio, la censura del politicamente corretto.
Così, mentre Big Tech si ristruttura e gli azionisti prendono fiato, i “forgotten men” inglesi, bianchi che si sentono “discriminati” dalla polizia, accusano il governo di favorire altre etnie e di trattarli come cittadini di “seconda classe”. In attesa del prossimo post su Facebook.