
Liberiamo gli investimenti nel fotovoltaico e nelle rinnovabili

10 Luglio 2023
780 progetti per investimenti nel fotovoltaico con impianti oltre i 10 MW (pari a 32,8 GW di potenza), 993 se aggiungiamo eolico e idroelettrico, sono in attesa di un via libera delle pubbliche amministrazioni. Il Sole 24 Ore di oggi mette l’accento sulla complessità degli iter normativi che frenano gli investimenti nelle rinnovabili, mettendo a rischio gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Parliamo di investimenti presentati anche due anno orsono.
Il ministro Pichetto Fratin venerdì scorso ha impresso una accelerata, annunciando il varo del decreto per individuare le aree idonee alla realizzazione di nuovi impianti. A breve verrà messo a disposizione delle imprese anche un nuovo portale dedicato. Il titolare dell’Ambiente, come riportato dal Sole, ha anche sottolineato dj aver trovato punti di convergenza con gli altri dicasteri, da quello della Cultura all’Agricoltura su un “testo di mediazione” che determinerà un decreto di indirizzo dopo il confronto con gli enti locali .
Va anche ricordato che gli esecutivi Draghi e Meloni hanno cercato di velocizzare le procedure di autorizzazione, a cominciare dal potenziamento delle Commissioni Via e Vas per i progetti legati al Recovery. L’impressione è che occorra un intervento normativo ancora più deciso per rimuovere i colli di bottiglia, a livello amministrativo, tecnico, nel rapporto tra i diversi ministeri e rispetto alle competenze locali, che bloccano importanti investimenti nel Paese. Legambiente ha proposto un corpus normativo e regolatorio strutturato, organico, individuando negli iter normativi, nei blocchi operati dalle soprintendenze e nel fenomeno Nimby (Not in My Backyard) una serie di cause al blocco degli investimenti nelle rinnovabili.
Un intervento semplificatorio, dunque, in linea con il Decreto Legge n. 77 del 2021 e con il disegno di legge del decreto n. 13 del febbraio 2023, per snellire e facilitare diverse tipologie di procedure (prevedendo ad esempio come è stato fatto la esenzione dalla VIA fino al 30 giugno 2024 per alcuni progetti), in grado di far partire sempre e comunque le opere quando le aziende abbiano rispettato vincoli e procedure degli iter di autorizzazione.