Manovra a deficit, lo spettro del Superbonus

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Manovra a deficit, lo spettro del Superbonus

Manovra a deficit, lo spettro del Superbonus

27 Settembre 2023

Anche nel 2023, fonte Eurostat, i crediti d’imposta del Superbonus potranno essere contabilizzati nel bilancio dello Stato. Potrebbe non essere così per il 2024, invece, anche per colpa dei cosiddetti “crediti incagliati”. Il risultato sarebbe che circa 100 miliardi di euro tornerebbero a pesare sul debito negli anni successivi. Lo spettro del Superbonus, dunque, continua ad aggirarsi sul bilancio del nostro Paese e sui conti della Nadef che oggi è attesa in consiglio dei ministri.

Intanto il deficit dello Stato continua a crescere: 5,3, 5,4% del Pil mentre le prospettive di crescita sul 2023 scenderebbero sotto il punto percentuale, 0,8, sempre secondo Eurostat (rispetto all’1 per cento previsto dal Def). Nel 2024 la previsione di crescita è 1,2, 1,3%, con un disavanzo verso il 4,3%. Tutto questo spiega perché si parla di una legge di bilancio “leggera”, attorno ai 20 miliardi, con alcune priorità come il cuneo fiscale, la natalità, il sostegno ai redditi bassi.

Alzando il deficit il governo potrebbe guadagnare un margine di spesa di 8 miliardi ma l’Italia continua a navigare in acque poco tranquille, tra l’ombra del Superbonus, il rallentamento globale della economia, il rialzo dei tassi, tutto questo mentre parte la campagna elettorale per le elezioni europee. Un Sì definitivo della premier Meloni al Mes riuscirebbe a tranquillizzare Bruxelles sulla tenuta dei conti.

Il ministro della economia Giorgetti resta convinto che bisogna dire basta alla logica dei sussidi e dei Superbonus. Ieri lo spread, uno degli indicatori di rischio del mercato, ha toccato quota 193, il massimo dal marzo scorso.