Perché il problema con Pechino non è solo TikTok

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Perché il problema con Pechino non è solo TikTok

Perché il problema con Pechino non è solo TikTok

26 Febbraio 2023

Lascia un po’ perplessi questa decisione della Ue di stoppare l’uso di TikTok per i suoi dipendenti. L’app cinese non potrà più essere utilizzata sui device aziendali e personali, registrati per il servizio mobile della Commissione europea. Non c’è dubbio che i social aprono questioni legate alla cybersicurezza, alla tutela della privacy dei cittadini e alla difesa di informazioni sensibili che riguardano l’interesse nazionale.

“La Commissione si impegna a garantire che il suo personale sia adeguatamente protetto dalle minacce e dagli incidenti informatici”. Incidenti che “assumono proporzioni crescenti. È quindi nostro dovere rispondere con la massima tempestività ai potenziali allarmi informatici”, si legge nella nota di Bruxelles. L’Europa insomma segue gli Usa sulla stretta a TikTok ma il problema non riguarda solo i social.

Da TikTok al Pireo

E’ questo che desta perplessità. Qualcuno ha fatto qualcosa in Europa quando Pechino ha acquisito il Porto del Pireo in Grecia? Nel marzo del 2019 il nostro Paese è stato il primo in Europa a firmare un memorandum di understanding con Pechino sulla Belt Road Initiative, la nuova ‘Via della Seta’ che la Cina usa per il suo espansionismo commerciale. Trasformare l’Italia nel gateway del regime comunista in Europa è una decisione saggia?

Oppure si pensi alla vicenda delle ‘stazioni di polizia’ cinesi di cui è stata denunciata la presenza in Italia. Il caso è stato derubricato a fake news. Eppure Giulio Terzi di Sant’Agata, senatore di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Politiche dell’Unione europea, ha definito quella vicenda “inquietante”. Terzi ha detto che sarebbe inimmaginabile “accettare una situazione nella quale forze di polizia cinesi, addestrate ad operare in regioni come quella dello Xinjiang, dove la minoranza uigura subisce vessazioni gravissime, collaborino con i nostri agenti sul nostro territorio”.

La denuncia di Terzi

“Ho fiducia completa nel lavoro del governo rispetto ad un terreno molto scivoloso che merita attenzione costante,” ha aggiunto Terzi. “A cominciare da quella del Parlamento. Non dobbiamo dimenticare che la Cina è per alcuni versi un partner, ma per altri, come definito dall’Unione europea e dall’Alleanza atlantica, un ‘rivale sistemico’”. Parole nette che non c’è bisogno di commentare.

Oggi invece arrivano le dichiarazioni dell’ex premier Conte sul piano di pace cinese per l’Ucraina che piace a Putin ma non a Biden. “Non spetta a nessuno in modo arrogante e tracotante dettare le condizioni, la Cina ha voluto dare un contributo”. “Qualche elemento positivo sicuramente c’è in quel piano laddove si riconosce il diritto di tutti i paesi a conservare la propria sovranità”.

La sovranità ucraina è stata distrutta da un anno. Il Governo americano avverte Pechino che non sarà tollerato l’invio di armi cinesi a Mosca, dopo che alle Nazioni Unite la Cina si è astenuta sulla risoluzione pro-Kiev. Ma il problema è TikTok.