Plasmon lancia Adamo ma servirà tutta l’Arca per salvarci dall’inverno demografico

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Plasmon lancia Adamo ma servirà tutta l’Arca per salvarci dall’inverno demografico

Plasmon lancia Adamo ma servirà tutta l’Arca per salvarci dall’inverno demografico

20 Febbraio 2023

Plasmon lancia Adamo, la piattaforma per supportare la genitorialità in Italia. Con questo progetto, l’azienda del gruppo Kraft Heinz cerca di dare il proprio contributo per aiutare il nostro paese ad uscire dall’inverno demografico. Una peste che ormai si sta abbattendo da anni sull’Italia. Plasmon ha realizzato il progetto in collaborazione con la Fondazione per la Natalità.

La situazione in Italia è critica. Incertezze economiche, lavoro precario, insufficienti misure a supporto delle famiglie hanno accelerato il calo della natalità. Portando il nostro paese ad una trappola demografica irreversibile. Secondo la ricerca commissionata da Plasmon, gli italiani vivono in una situazione di assoluta incertezza a timore del futuro. Eppure, più di un italiano su due ha almeno un figlio e fra quelli che non hanno figli, il 40,4% vorrebbe averne uno.

Plasmon vuole sostenere donne e famiglie 

Proprio per questo motivo, Plasmon ha lanciato il progetto Adamo. L’idea è di accendere un faro sulla natalità con un processo suddiviso in tre fasi. Una a supporto dei genitori, che tenga conto delle famiglie in termini di organizzazione e si concentri sugli aspetti economici, sull’accesso agli asili, e sui congedi parentali. Un’altra dedicata alle iniziative per conciliare la vita privata con il lavoro. La terza dedicata alla formazione, con l’intervento di esperti di nutrizione e psicologi.

L’azienda ha già messo in campo alcune azioni a sostegno della genitorialità, come la second caregiver parental policy. Otto settimane di congedo retribuito al 100% anche per il secondo caregiver. Settimana lavorativa di 4 giorni per le neomamme e organizzazione flessibile del lavoro con il 60% di smart working.

In questo contesto, il progetto Adamo vuole essere un primo passo concreto verso una genitorialità valorizzata in azienda e supportata sia a livello organizzativo sia economico. L’obiettivo poter garantire a tutti, qualora lo desiderino, la possibilità di diventare genitori. Perché il crollo della natalità è insieme un fatto culturale e un problema di instabilità economica, di mancanza di opportunità.

Certezze economiche e cultura della maternità

Le attuali condizioni economiche, il tasso di disoccupazione giovanile e la difficoltà di accesso al mercato del lavoro, spingono sempre più giovani a rimandare il momento di mettere su famiglia o avere figli. Per far fronte a questo problema, non basteranno semplici provvedimenti economici. Bisogna ripensare il concetto di maternità, il welfare, compreso quello aziendale. Le aziende, in particolare quelle di grandi dimensioni, dovranno implementare politiche che sostengano la famiglia e i dipendenti con figli. Tra queste politiche potrebbero esserci congedi parentali più lunghi, asili nido aziendali, assistenza all’infanzia e flessibilità sul lavoro.

Inoltre, sarà necessario ripensare il concetto di maternità. Contrastando una cultura che vede le donne come le principali responsabili della cura dei figli. Occorrono politiche che promuovano la paternità attiva e l’equilibrio tra vita professionale e familiare per entrambi i genitori. Il crollo demografico rappresenta una minaccia per l’economia e la stabilità del nostro Paese, ma anche per l’idea di comunità. Dobbiamo agire su più fronti, promuovere politiche che sostengano la famiglia e i dipendenti con figli, combattere le disuguaglianze di genere e ridurre la pressione economica sui giovani.

Solo così si potrà invertire la tendenza demografica e costruire un futuro più sostenibile per l’Italia.