
Quel capitale sociale che serve allo sviluppo del Sud

04 Luglio 2023
“Sud, il Capitale che serve”, il libro di Carlo Borgomeo che Fondazione Magna Carta presenta il 4 luglio a Roma, propone un cambio di paradigma nell’idea che abbiamo dello sviluppo economico del nostro Mezzogiorno. Il capitale di cui si parla è quello sociale considerato come premessa a una vera crescita del Meridione. Il lavoro di Borgomeo, a lungo presidente della Fondazione con il Sud, prende le mosse dai limiti (e fallimenti) delle tradizionali politiche di intervento per il Mezzogiorno che si sono succedute per molto temo senza riuscire a ridurre il gap tra Nord e Sud.
Da qui la proposta di puntare sul capitale sociale, che vuol dire investire nel welfare, nel Terzo settore, far muovere meglio e insieme pubblico e privato, anche alla luce del fatto che queste componenti della nostra economia nel Mezzogiorno stanno avendo un tasso di crescita in accelerazione. Così, in un sistema più efficiente e dunque più competitivo, si potrebbe fare la differenza in termini di modernizzazione del Sud.
Sud, autonomia differenziata e Pnrr
Il cambio di paradigma calato nella realtà politica odierna incrocia almeno due dei dossier portati avanti dal governo, l’autonomia differenziata e l’attuazione del Pnrr. Da una parte si tratta di esaltare le peculiarità dei territori, di mobilitare energie, comunità e competenze per rafforzare scuola, sanità, servizi per l’infanzia e la maternità, solo per fare alcuni esempi, nel rispetto del principio di solidarietà e sussidiarietà previsto dalla Costituzione. Dall’altra occorre riuscire a spendere in tempo e con una visione di fondo le risorse del Pnrr, 200 miliardi erogati da Bruxelles in diverse rate, da qui al 2026. Circa 81 miliardi sono destinati al Sud, il 40% delle risorse previste dalla Ue, sommando anche i fondi del Piano per gli investimenti complementari.
Il ministro Fitto in questa fase sta portando avanti una difficile trattativa con Bruxelles per cercare di riposizionare i finanziamenti dalle voci previste dal Piano dove ci sono progetti da realizzare, spostandone altri sui fondi di coesione che presentano un margine di manovra temporale più ampio con la Ue. Il rischio è che Bruxelles si mostri troppo intransigente chiedendo di destinare i fondi solo su progetti già concordati. In questo caso, l’Italia potrebbe perdere risorse preziose.
Bisognerebbe anche evitare che il Pnrr si concentri solo su mega-progetti ‘verticali’ che rischiano di essere irrealizzabili per i tempi di consegna, cercando invece di puntare anche su quelli con ricadute sociali per il Mezzogiorno, trovando i modi “per coinvolgere in processi sussidiari le avanguardie attive, evitando così bandi calati dall’alto ai quali i possibili percettori dovranno adeguarsi, indipendentemente dalle loro competenze e dagli effettivi bisogni dei territori”, ha scritto ieri sulla Gazzetta del Mezzogiorno Gaetano Quagliariello.
Il ruolo delle amministrazioni locali
C’è poi un discorso da fare sulle azioni di sostegno da parte del governo alle amministrazioni locali per giocare fino in fondo la partita del Pnrr, considerando che nel Sud occorre assumere nuovo personale qualificato o fornire supporti tecnici esterni. Il Meridione d’Italia con i suoi 20 milioni di abitanti è il territorio arretrato più esteso dell’area euro, ha sofferto la Grande crisi del 2008 e l’impatto della pandemia, ma possiede anche un tessuto produttivo e sociale che potrebbe generare effetti positivi per il Paese se si mettesse a correre.
Ma c’è bisogno di competenze per realizzare i progetti e spendere le risorse di diverso tipo che l’Europa mette a disposizione. Dalle ricognizione degli interventi finanziati dalle politiche di coesione 2014-2020 fatta dal ministero, per evitare sovrapposizioni con il Pnrr, è emerso un quadro normativo critico: a fronte di 126 miliardi di euro previsti per il periodo 2014-2020, il livello di attuazione al 31 ottobre 2022 è risultato pari al 34%.
Il 4 luglio alle ore 17 presso la sede Acri di Roma, all’evento di Magna Carta intervengono Francesco Profumo, Presidente dell’Acri, Gennaro Terracciano, Ordinario di Diritto Amministrativo, Graziano Delrio, già Ministro per gli affari regionali e le autonomie e Senatore della Repubblica. I lavori saranno coordinati da Gaetano Quagliariello, Presidente della Fondazione Magna Carta. Le conclusioni saranno affidate a Raffaele Fitto, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Sarà presente l’autore, Carlo Borgomeo, a lungo Presidente della Fondazione con il Sud.