Quella ricerca di FMC che alimenta il dibattito sulla demografia

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Quella ricerca di FMC che alimenta il dibattito sulla demografia

Quella ricerca di FMC che alimenta il dibattito sulla demografia

08 Gennaio 2025

La ricerca Per una primavera demografica, pubblicata lo scorso giugno da Fondazione Magna Carta, continua a far discutere e ad alimentare il dibattito sulla questione della natalità in Italia.

In questo senso, è interessante leggere un recente articolo apparso su Secondo Welfare, che sottolinea i due risultati principali della ricerca: da un lato aver indagato sulle ragioni profonde di natura socio-antropologica del calo della natalità; dall’altro il ruolo delle imprese nell’affrontarle, anzitutto attraverso il welfare aziendale.

Nel 2025 parte l’Osservatorio sulla demografia della Fondazione Magna Carta

Nell’articolo si fa riferimento all’Osservatorio sulla Crisi Demografica istituito quest’anno dalla Fondazione Magna Carta in partnership con WellMakers by BNP Paribas, Jointly e ACEA. Avvalendosi della direzione della Senatrice Annamaria Parente e della direzione scientifica del professor Gian Carlo Blangiardo, già presidente ISTAT, l’Osservatorio si propone di stimolare istituzioni e aziende alla costruzione di una rete di collaborazione tra pubblico, privato e società civile per affrontare la questione demografica in Italia.

I recenti dati ISTAT confermano la necessità dell’impegno di Magna Carta sul tema della demografia: negli ultimi trent’anni il nostro Paese ha perso oltre 1,5 milioni di giovani nelle grandi città, un fenomeno che riflette il calo delle nascite, l’invecchiamento della popolazione e l’emigrazione verso l’estero, mettendo a rischio il sistema economico e sociale e la sostenibilità del nostro welfare nazionale.

La ricerca di Magna Carta nei giorni scorsi è stata anche citata in un articolo del quotidiano l’Identità, a margine di un intervento del professor Alessandro Rosina, demografo all’Università Cattolica di Milano, che sottolinea come ormai da tempo l’Italia è ampiamente sotto il tasso che consente un pieno ricambio generazionale.

La sintesi delle misure per natalità e genitorialità in legge di bilancio

Nella manovra economica approvata dal governo Meloni sono presenti una serie di misure a favore della natalità, della genitorialità e per il welfare aziendale. In un commento sul sito di Jointly, tra i principali interventi nella manovra vengono segnalate le iniziative come il bonus di 1.000 euro per ogni nuovo nato o bambino adottato, l’incremento del bonus per le rette degli asili nido, l’esclusione dell’assegno unico dal calcolo dell’ISEE e l’istituzione del Fondo Dote Famiglia. Quest’ultimo mira a sostenere le attività sportive e ricreative per i minori di famiglie a basso reddito.

Sul fronte dell’inclusione e della disabilità, la manovra prevede la sperimentazione di una valutazione multidimensionale della disabilità in alcune aree e l’istituzione di un fondo dedicato, segnando un passo importante verso una maggiore equità sociale.

Le misure per il welfare aziendale

Per quanto riguarda il welfare aziendale, un settore di grande importanza per affrontare la questione della demografia in Italia, possono essere elencate una serie di novità in manovra.

Per i dipendenti con redditi inferiori a 35.000 euro annui che trasferiscono la residenza di almeno 100 chilometri dal luogo di lavoro, è prevista un’esenzione fiscale fino a 5.000 euro annui sulle somme erogate dal datore di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione. Questa iniziativa non solo allevia i costi legati alla mobilità abitativa, ma incentiva anche una maggiore flessibilità e mobilità professionale.

Inoltre, la manovra conferma, per il triennio 2025-2027, la soglia dei fringe benefit a 1.000 euro annui, con l’intento di offrire ai lavoratori agevolazioni non monetarie. Per i dipendenti con figli a carico, la soglia resta invece fissata a 2.000 euro, fornendo un ulteriore sostegno economico alle famiglie e riconoscendo le spese legate alla genitorialità.

“La Legge di Bilancio 2025,” sottolinea Jointy, “mira a rafforzare il welfare aziendale come strumento di inclusione e supporto alla produttività, con interventi che, pur mantenendo una certa enfasi sui fringe benefit come forma di welfare economico, segnalano un primo passo verso un approccio più sociale”.