Salone Nautico di Genova, il settore cresce ma al made in Italy serve una politica industriale
26 Settembre 2022
Si chiude oggi una delle edizioni di maggior successo del Salone Nautico Internazionale di Genova.
Giunta alla 62esima edizione, la rassegna ha ospitato dal 22 al 27 settembre oltre 1000 imbarcazioni a vela, a motore, multiscafi e monoscafi, superyacht e piccoli natanti. Una vetrina sul meglio del made in Italy e delle produzioni internazionali in ambito nautico e cantieristico, ma anche nei settori collegati, dall’abbigliamento a servizi ed accessori.Â
In molti casi, gli espositori hanno registrato ordini fino al 2024: un tutto esaurito per un settore che, secondo il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, “ha avuto una ripresa incredibile in quest’ultimo periodo, notiamo grande voglia da parte di persone che si affacciano per la prima volta al mondo della nautica di comprare la loro prima imbarcazione o di armatori già esperti di investire in qualche nuovo prodotto personalizzato e più attento all’ambiente”.
Basti pensare che a Cannes e Genova, location delle prime due importanti manifestazioni di settore, in calendario a settembre, sono stati raccolti ordini pari alla metà del fatturato record (6,7 miliardi) registrato nel 2021 dall’intero settore. Il comparto della nautica da diporto sta ripartendo e anche velocemente. Il fatturato globale del settore è passato da 4,6 miliardi del 2020 a ben 6,1 miliardi del 2021. L’incremento registrato rispetto all’anno precedente è stato del +31,1%: un dato importante che consente non solo di compensare il lieve calo registrato nel 2020, ma di portare il fatturato del settore a livelli in linea con quelli del biennio record del 2007-2008.
La produzione ha fatto registrare un +31%, toccando i 6 miliardi e 110 milioni di valore della produzione con 27mila addetti diretti. Gli addetti alla produzione nel 2021 sono aumentati del 10%, e con la filiera raggiungono i 190 mila occupati. Anche i dati sull’export fanno ben sperare, con la cifra record di 3 miliardi e 370 milioni di euro.
Il futuro per il settore significa doversi confrontare con uno scenario condizionato dal rincaro dei costi delle materie prime e dalla conseguente necessità di investire, come già molte aziende del settore hanno fatto, in maniera sempre più sistematica su energie rinnovabili e processi produttivi sostenibili. In generale, anche in vista della formazione del nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni, il comparto può proporsi come riferimento nella richiesta di politiche in grado di promuovere e valorizzare il made in Italy e le eccellenze produttive che generano valore, occupazione e innovazione.