Saxa Gres, il Governo Meloni e quell’equilibrio tra debito e crescita
26 Ottobre 2022
Caro energia, Europa, aiuti del Governo Meloni alle imprese, interventi fiscali e sostenibilità del debito pubblico.
Tutto si tiene in questo autunno complesso, con la ripresa economica postcovid distrutta dalla scellerata invasione russa dell’Ucraina.
Se non bisogna cadere nella trappola allarmistica dei media mainstream, è pur vero che le imprese italiane sono seriamente a rischio.
Ha fatto notizia la storia di Saxa Gres. Questa azienda è stata creata nel 2015, ha sede ad Anagni e stabilimenti nel Lazio, in Umbria ed Emilia.
Saxa Gres ha introdotto i principi dell’economia circolare nel settore delle ceramiche. Dai rifiuti, crea prodotti con materiali innovativi ed ecosostenibili.
Fino all’estate scorsa, Saxa Gres viaggiava a gonfie vele sulla scia della ripresa postcovid.
Nel primo semestre del 2022 ha registrato vendite record per 50 milioni di euro. Nel 2021 il risultato era stato di 43 milioni di euro.
A luglio però il presidente Francesco Borgomeo è costretto a congelare la produzione. A mandare a casa circa 500 dipendenti.
L’impennata del prezzo del gas nel settore delle ceramiche è insostenibile.
“Non possiamo produrre in perdita,” ha detto al Corriere Borgomeo. “Lo abbiamo fatto per alcune settimane”.
Saxa Gres si ferma. “Confidiamo in una soluzione che nel frattempo raffreddi i prezzi”.
La soluzione dovrebbe essere il price cap europeo, ma l’Europa ha rimandato tutto a fine novembre.
Ogni decisione formale sulle scelte prese durante l’ultimo consiglio europeo diventerà effettiva dal 2023.
Settori come la ceramica, la carta, il vetro, il metallo, in Italia hanno rallentato o sospeso la produzione.
La sfida per Giorgia Meloni e il ministro Giorgetti non è semplice. Da una parte occorre rispettare i vincoli di bilancio, la sostenibilità delle nostre finanze pubbliche.
L’Italia ha un debito al 150 per cento del Pil, il più alto delle grandi economie dell’eurozona.
Da questo punto di vista, il Governo deve cercare di mantenere quella traiettoria discendente del debito impressa dall’esecutivo di Mario Draghi.
D’altra parte, c’è la necessità di intervenire subito per arginare i costi fuori controllo delle bollette.
Serve prudenza fiscale, scrive il Financial Times, ma bisogna dare priorità alla crescita. Un punto di equilibrio non facile da trovare.
Il Governo Meloni si insedia in un momento difficile, con nuvole nere all’orizzonte. I dati del Fondo monetario non fanno ben sperare. La recessione è alle porte.
Bankitalia ha previsto una crescita nel 2023 dello 0,3%, con una inflazione al 6%.
Ma se Putin dovesse chiudere del tutto i rubinetti energetici, la contrazione per l’economia italiana sarebbe di un punto e mezzo con una inflazione al 9%.
L’Italia dipende per quasi il 50% della sua produzione di elettricità dal gas.
E’ necessario che il Governo prenda quelle misure utili a mitigare il caro energia, e il caro vita per le famiglie.
Ma non potremo permetterci interventi onerosi come quello della Germania. Il nostro debito non ce lo permette.
Mentre incombono le decisioni della BCE sul rialzo dei tassi.
La strada dovrebbe essere quella di convincere l’Europa a finanziare interventi simili a quelli presi durante il lockdown. Andando in pressing sul tetto al prezzo del gas. Eppure come abbiamo visto la Ue va con le calende greche.
La scelta di Giancarlo Giorgetti all’economia fatta dal presidente del Consiglio Meloni va nella direzione di tranquillizzare mercati e investitori sulla affidabilità dell’Italia.
Il nostro Paese, questo è il messaggio, sarà in grado di onorare i suoi debiti.
Abbiamo un sistema imprenditoriale e industriale forte, che non molla, come dimostra la crescita a due cifre dell’export. La più alta nell’Eurozona nell’ultimo anno e mezzo.
Ma le agenzie di rating sono alla finestra, aspettando le prossime mosse del Governo, in particolare sulla manovra.
Quando il centrodestra dovrà onorare le sue promesse elettorali, su tasse, pensioni, e via dicendo.
Serve equilibrio ma una cosa è certa. Un downgrade dell’Italia metterebbe a rischio non solo la nostra stabilità ma quella europea.
Intanto ad Anagni Saxa Gres aspetta di ripartire. La capacità di lavorare e di cresce delle PMI italiane non è in discussione.
Ma il caso Saxa Gres dimostra che nulla va dato per scontato.
Ora tocca al Governo Meloni dare le risposte necessarie a sostenere le nostre imprese. Per evitare nuovi blocchi e rafforzarne la competitività su scala globale.