Se insieme a Parigi brucia anche l’Europa

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Se insieme a Parigi brucia anche l’Europa

Se insieme a Parigi brucia anche l’Europa

09 Luglio 2023

La Francia continua a vivere giorni di grande incertezza con nuovi incidenti a Parigi, in occasione della manifestazione annuale per ricordare Adama, un giovane pregiudicato d’origine africana morto nel 2016 mentre era in stato di fermo in una stazione di polizia. Anche ieri le forze dell’ordine sono intervenute per disperdere i manifestanti (la manifestazione non era autorizzata). Le proteste dunque continuano, dopo la rivolta scoppiata nei giorni scorsi con violenze e migliaia di arresti.

“Gile’ gialli, pensioni e periferie sono cose differenti,” scrive Gaetano Quagliariello sulla Gazzetta parlando della rivolta delle banlieu in Francia, “ma, come una persona che si frattura braccio, gamba e bacino in momenti ravvicinati è palesemente afflitta da debolezza organica, lo stesso vale per il corpo sociale di una nazione. Sotto questo punto di vista, la Francia oggi va considerata la malato d’Europa e, poiché nella società globale il contagio è assai agevole, ad essere preoccupati non dovrebbero essere solo i francesi”. Dopo la morte del 17enne Nahel, ci sono state proteste e scontri anche a Bruxelles, in Belgio, e a Losanna, in Svizzera. “Guardiamo con preoccupazione a quanto succede in Francia” ha detto una settimana fa parlando in tv il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo l’incontro, saltato, con Macron.

Quagliariello sottolinea come nella rivolta delle banlieu la violenza giovanile contro la polizia e le istituzioni pubbliche (ospedali, biblioteche e scuole) è il segnale che sono caduti i bastioni dell’ordine democratico rappresentati dai vecchi partiti e dalla religione (mentre le periferie si islamizzano). La polizia in questo senso viene percepita come l’ultimo baluardo della presenza dello Stato. E presa di mira per questo. Ma c’è una maggioranza silenziosa intimorita e che sembra pronta a reagire davanti alla minaccia del caos nelle strade, come dimostra la raccolta fondi per il poliziotto accusato di aver ucciso il giovane di origini nordafricane, il fatto che ha dato il via alle rivolte.

Il problema enorme in Francia e altrove sono con gli immigrati di terza e quarta generazione, cittadini europei, che non si sono integrati e non si riconoscono nei valori occidentali, percepiti come la causa delle diseguaglianze sociali. “Nelle banlieue si sono concentrati gli immigrati e i loro discendenti, essenzialmente di origine africana. Parte di loro non si è integrata, non si è assimilata, non amano la Francia, le sue istituzioni, i suoi simboli,” ha detto l’ex premier francese Valls, convinto che il problema non sia la povertà. “È stato speso molto denaro, in quei quartieri. Nanterre non è una città povera. Il lavoro c’è”. Invece, “sono crollate le grandi istituzioni politiche, il partito Comunista, la Chiesa, i sindacati, le grandi associazioni. Anche i sindaci non hanno più la forza che avevano vent’anni fa. E l’islam ha preso un ruolo importante, forse eccessivo”.

Fa riflettere la presa di posizione del ministero degli esteri algerino che in un comunicato stampa dei giorni scorsi ha espresso “sgomento” per “la brutale e tragica scomparsa del giovane Nahel” e per “le circostanze particolarmente inquietanti e preoccupanti in cui è intervenuta”. Una presa di posizione giudicata da più parti insolita da parte del Paese che conta la più grande comunità di immigrati in Francia.

Vale la pena ricordare che le rivolte d’Oltralpe in passato hanno sconfinato nell’eversione violenta, come nel caso della strage di Nizza, l’attentato terroristico del 14 luglio 2016. Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, alla guida di un autocarro, investì a folle velocità le persone che partecipavano ai festeggiamenti per la Repubblica, sulla promenade des Anglais. Occorre aggiungere infine che ad alimentare la protesta ci sono altre cause, in Francia come in altre aree dell’Europa, la polizia entra a fatica perché le gang criminali controllano il territorio e si affrontano armate per gestire spaccio lo spaccio di droga.