Sempre più multinazionali portano lavoro e innovazione a Milano
07 Novembre 2022
Tra gennaio 2021 e agosto 2022 a Milano sono arrivati 132 progetti greenfield, parola di fDi Markets. La banca dati internazionale, specializzata in investimenti all’estero, ha individuato le 123 multinazionali che hanno deciso di investire nel capoluogo lombardo. La congiuntura non è stata proprio favorevole, ma Milano ha avuto un ecosistema adeguato per riprendersi dopo la pandemia e per rendere la città attrattiva.
Multinazionali: lavoro e sviluppo
“È evidente come Milano possa vantar un significativo track record nel rapporto con le multinazionali”, ha spiegato Valeria Negri, direttore del Centro Studi di Assolombarda. “Sono meno del 2% delle unità locali lombarde, ma i gruppi stranieri occupano il 13% della regione, generano il 23% del valore aggiunto il 28% del fatturato e ben il 36% negli investimenti di ricerca e sviluppo”.
Innovazione, manifattura e atlantismo
Fatta eccezione per la svizzera International Workplace Group (Regus), responsabile di ben 10 progetti di coworking, le altre imprese si sono concentrate in un singolo investimento. Sono addirittura settantadue i progetti nel settore della comunicazione, consulenza e produzione di software. Tuttavia, anche i dati dell’industria sono ottimi: nella manifattura sono ventisette. Otto rientrano nella life science, cinque nella meccanica, tre nella chimica e nell’energia. Inoltre, ci sono quattordici progetti in ambito finanziario e tredici riguardano il real estate. Infine, ce ne sono sei che afferiscono alla logistica.
La geolocalizzazione delle multinazionali che hanno deciso di investire a Milano rende chiaro che l’atlantismo non si esplica soltanto in ambito bellico. In modo coerente il friendshoring della dottrina Yellen, sono gli Stati Uniti a farla da padrone con ben 26 progetti. Sul podio anche Francia (24) e Gran Bretagna (18).