Soledar, l’Occidente deve scegliere se vincere in Ucraina

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Soledar, l’Occidente deve scegliere se vincere in Ucraina

Soledar, l’Occidente deve scegliere se vincere in Ucraina

16 Gennaio 2023

Seicento civili, donne e bambini compresi, restano prigionieri a Soledar, nel Donetsk, la linea del fronte nella guerra in Ucraina. Era una cittadina di diecimila abitanti. Mosca se la rivende come una vittoria, la prima dopo mesi, una vittoria di pirro forse, mentre ancora si combatte strada per strada secondo Le Monde. Per vincere questa battaglia, Putin si è ridotto a usare in modo massiccio i suoi mercenari, con il capo dei Vagner, Prigozhin, impegnato a reclutare feccia nelle carceri per avere altra carne da cannone. I russi continuano a bombardare l’Ucraina, con i missili su Dnipro, che hanno fatto decine di vittime, compresa una quindicenne, sotto le macerie di un palazzo crollato.

Putin rivendica la vittoria di Soledar ma teme un golpe interno

Sul fronte, dopo Soledar i russi puntano a Bakhmut, un centro più grande, anche qui si combatte da mesi, senza un vincitore certo. Il capo del Cremlino ha un problema politico interno, con il boss di Vagner che ora reclama una visibilità politica e rivendica i successi dei suoi mercenari rispetto all’esercito russo allo sbando. Il Jerusalem Post scrive che Putin ha un paio di mesi per riequilibrare la situazione al fronte, gettando le basi per una nuova offensiva in primavera. Se non dovesse riuscirci, c’è il rischio di un golpe interno prima delle elezioni presidenziali del 2024. Putin teme di fare la fine di Gheddafi e dei dittatori che lo hanno preceduto e si guarda attorno per la successione. Il sindaco di Mosca, Sobyanin, il premier Mishustin oppure il suo capo staff Kuzak. Di quest’ultimo si dice che potrebbe essere il negoziatore russo con gli europei, per una Minsk 3, peccato che l’interlocutore primario per Putin resta Washington, non Bruxelles.

In Ucraina sarà una guerra lunga

Sono gli americani, e gli inglesi, che stanno reggendo lo sforzo bellico ucraino. Idem le trattative con Erdogan. Ankara fa il gioco di Putin, la Turchia ha problemi economici interni e il suo presidente cerca di usare i negoziati solo per un fatto di interesse politico. Comunque vada, la guerra in Ucraina continuerà, sarà una guerra lunga e il tempo potrebbe essere dalla parte di Mosca se gli Usa e l’Europa dovessero cedere nel sostegno dato fino ad ora a Kiev. La scommessa del Cremlino è che gli occidentali desistano, prima di una sconfitta totale di Mosca. Fino ad ora però non è stato così. Europei e americani non si sono divisi come si aspettava il regime russo. Per quanto dipendente dal gas russo, l’Europa sta attraversando l’inverno senza conseguenze catastrofiche.

Per vincere a Kiev servono armi più moderne e sofisticate

Le economie europee continuano a crescere, anche se poco. Il consenso nella opinione pubblica verso l’invio di armi a Kiev non è venuto meno. Il Regno Unito ha inviato nuovi carri armati agli ucraini, rompendo un altro tabù. Polonia e Finlandia sono sulla stessa lunghezza d’onda. Gli stati maggiori occidentali sanno che in Ucraina rischiamo una nuova offensiva, ora è la politica che deve superare le cautele e il timore di inviare nuove armi a Kiev. Servono materiali militari più sofisticati che permettano agli ucraini di vincere la guerra. Artiglieria pesante, carri armati, missili a lungo raggio per distruggere le linee logistiche russe. Certo, c’è la paura di una escalation nucleare. Intanto, sulla linea del fronte, a Soledar, i russi marciano sui loro stessi cadaveri avendo in totale disprezzo la vita umana. Guidati sul terreno da mercenari e da un capo politico ormai alla fine della sua parabola. Con la Russia bisogna prepararsi al peggio.