SVB: da Giustino Fortunato al Credito Fondiario
22 Marzo 2023
In un mondo globalizzato, il recente fallimento della banca americana Silicon Valley Bank (SVB) ha generato inquietudine e preoccupazioni, soprattutto tra gli addetti ai lavori. Sebbene la caduta di SVB abbia una rilevanza significativa sullo scacchiere internazionale, come sottolineato dall’economista Bini Smaghi – già membro del comitato esecutivo della BCE – l’Europa non corre gli stessi rischi che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008 con la il fallimento di Lehman Brothers.
SVB, fondata all’inizio degli anni Ottanta, era la sedicesima banca più grande degli Stati Uniti prima del suo collasso. Specializzata nel finanziamento e nel settore bancario per le startup finanziate dal capitale di rischio, principalmente nel settore tecnologico, SVB aveva un totale di attività pari a 209 miliardi di dollari alla fine del 2022, secondo la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC). La banca forniva finanziamenti a circa la metà delle aziende tecnologiche e sanitarie finanziate dal capitale di rischio negli Stati Uniti.
Il crollo di SVB è avvenuto a causa una complessa congerie di motivi, tra cui la mancanza di diversificazione e una classica corsa agli sportelli, con numerosi clienti che hanno ritirato i loro depositi contemporaneamente per timori sulla solvibilità della banca. Inoltre, la banca ha investito una parte significativa dei depositi in titoli di Stato a lungo termine e in titoli garantiti da ipoteche. Titoli che hanno perso valore quando la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse nel 2022.
In Europa la situazione è diversa. Il sistema bancario europeo è ancora incompleto, ma più forte dal punto di vista strutturale rispetto a quello americano. Innanzitutto, l’Unione Bancaria Europea garantisce una maggiore supervisione delle banche, riducendo il rischio che queste si trovino in situazioni di insolvenza come quella di SVB. Inoltre, l’Europa ha un sistema di garanzia dei depositi più solido, che protegge i risparmiatori in caso di fallimento delle banche.
Certo: è fondamentale tenere sotto controllo i tassi di interesse, poiché un aumento repentino potrebbe mettere sotto pressione le banche, in particolare quelle con un’elevata esposizione a titoli a lungo termine. Rispolverando qualche pagina del grande Giustino Fortunato, è forse questa l’occasione per cominciare a ricordarci la distinzione tra il ruolo della banca e di “coloro presso i quali consegniamo i nostri risparmi” che è cosa diversa della funzione della banca che deve generare opportunità e ricchezza (attraverso il prestito), e, specialmente è tutt’altra cosa dalle operazione di investimento e speculazione. Di banche e Giustino Fortunato si è discusso, di recente, durante un convegno organizzato dalla Fondazione Magna Carta e dalla Associazione nazionale fra le Banche Popolari.
In Italia, forse, cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel: un buon esempio di questa filosofia lo si può intravedere nel progetto di riorganizzazione del Gruppo Bancario Credito Fondiario, che ha portato alla scissione delle attività di debt purchasing e debt servicing con la nascita di GARDANT. Chissà se altri seguiranno questo esempio…