Tap va raddoppiata: basta farsi dettare l’agenda dai partiti del NO

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Tap va raddoppiata: basta farsi dettare l’agenda dai partiti del NO

Tap va raddoppiata: basta farsi dettare l’agenda dai partiti del NO

16 Maggio 2022

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto chiaramente quali siano gli obiettivi del governo: “Il Mezzogiorno ha le potenzialità per diventare un hub dell’energia”. Non solo per l’Italia, ma per l’intera Unione europea, visto che il gas algerino arriva in Sicilia attraverso i gasdotti Transmed e il Greenstream, gestiti da Eni, e il metanodotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) in Puglia è la porta d’ingresso per quello proveniente dall’Azerbaigian. Attivo da poco più di un anno, il  Tap si è rivelato strategico nella ricerca dell’indipendenza dal gas di Mosca. Nel 2021 da quei tubi è passato il 10% dell’import italiano. 

Con l’incremento deciso dopo l’invasione russa all’Ucraina, tuttavia, il Tap arriverà quasi a saturare la sua capacità di 10 miliardi di metri cubi all’anno. Nelle condizioni attuali, non può rappresentare, dunque, una svolta nella politica energetica. Perciò si parla di raddoppiarne la portata. Tempo previsto per i lavori: tre anni. Vengono i brividi solo a pensarci. La storia del Tap è costellata di polemiche. Cominciate dai battaglieri comitati dei cittadini fuori dal mondo e poi cavalcata da partiti (a quel tempo) fuori dal Parlamento. Fino a quando i M5S di governo nel 2018 decisero di fare retromarcia.

Le polemiche in stile Tap sono un fardello per l’Italia 

Anni a discutere e protestare sul nulla. Rallentando i lavori e facendo schizzare in alto i costi. Conte spiegò che non erano stati riscontrati nel progetto “elementi di illegittimità”. Due anni prima il gip di Lecce aveva già archiviato su richiesta della Procura l’indagine su una presunta truffa di Tap Italia. In un momento di crisi internazionale c’è da scommettere che ripartirà il teatrino di striscioni, urla scomposte e passerelle politiche. Stavolta, però, non c’è davvero più tempo da perdere. 

Snam, le società azioniste di Tap, ha persino proposto come compensazione (per un danno presunto) di aprire in Puglia un centro di eccellenza mondiale per la decarbonizzazione, con il pieno supporto della Commissione Europea. Tirocini, alternanza scuola-lavoro, formazione per i giovani del territorio. I partiti del NO si insospettiscono, perché l’azienda è sempre e solo una “succhiasangue capitalista”. Senza capire nulla dei meccanismi del mercato, dello sviluppo economico. Nemmeno il conto salato in bolletta li porterà a ragione. Per loro basterebbe un tratto di penna del governo centrale per risolvere tutto.