Verderami: ecco i rischi della tirannia dell’algoritmo
19 Novembre 2022
di Redazione
Francesco Verderami, storica penna del Corriere della Sera, si è inserito nel dibattito preparatorio del seminario “A Cesare e a Dio” organizzato da Fondazione Magna Carta. L’evento si svolgerà a Bucine, in provincia di Arezzo, il 2 e il 3 dicembre. Il focus del giornalista è sui rischi che comporta un certo tipo di utilizzo degli algoritmi in politica.
Trishcourt, quando l’algoritmo vince su tutto
Verderami fa l’esempio di Trishcourt, che offre soluzioni in intelligenza artificiale, simulazione comportamentale e reti neurali. In sintesi, sviluppa degli algoritmi che ottimizzano la campagna elettorale. Due casi di successo per Trishcourt sono state le campagne elettorali di Trump e Zelensky negli USA e in Ucraina. Avevano avuto contatti coi dirigenti del M5S e ne avevano previsto il declino. L’algoritmo diventa così il principale strumento interpretativo della realtà, ma anche uno strumento manipolatorio.
“In una società connessa come la nostra – spiega Verderami – l’opinione pubblica si “spoglia” sulla rete e si offre “nuda” agli algoritmi che la studiano e la indirizzano all’acquisto di un vestito, di un’auto, di un liquore. E in un prossimo futuro potrebbero indirizzarla verso un candidato, un partito, una coalizione”.
I timori di Verderami e i rischi per la democrazia
“In questo modo a vincere sarebbe chi possiede il miglior modello matematico, capace di farlo affermare a prescindere dal suo carisma, dalle sue capacità e dalle sue competenze”, avverte. Non certo uno scenario edificante o incoraggiante. La regolarità della competizione elettorale non sarebbe intaccata, ma quello formale non è l’unico rischio che corrono le democrazie. “Se tutto ciò accadesse, il pendolo della storia tornerebbe a spostarsi verso schemi totalizzanti. Ma mentre un tempo si usava la conoscenza per indottrinare, adesso si sfrutta l’ignoranza per conquistare. Perché i processi di adesione si baserebbero su pochi ed elementari concetti, non importa se falsi, veri o verosimili, proposti sulla rete in modo ossessivo sotto forma di una moderna e più sofisticata pubblicità occulta”.
“A fronte della crisi del sistema democratico occidentale, le istituzioni novecentesche sarebbero capaci di sopportare un simile passaggio rivoluzionario?”, si chiede Verderami. “Se è vero che il logaritmo ha (letteralmente) l’ambizione di scoprire l’anima e di controllarla, cosa ne sarebbe della libera dialettica e della competizione elettorale?”, insiste l’autore. Ebbene, porsi queste domande non significa osteggiare la tecnologia e il progresso. Vuol dire cercare un modo per coniugarli con l’unico sistema politico che garantisce libertà ai cittadini, quindi tenere alla democrazia. Ecco perché momenti come quelli organizzati dalla Fondazione Magna Carta sono tanto importanti, perché sono il sale della democrazia.