Il biotech può portare l’agroalimentare nel futuro

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il biotech può portare l’agroalimentare nel futuro

Il biotech può portare l’agroalimentare nel futuro

09 Giugno 2022

Il CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ha presentato i primi risultati di BIOTECH, il progetto di ricerca pubblica dedicato alle biotecnologie in agricoltura. In occasione del Festival del Giornalismo alimentare che si è tenuto a Torino, Luigi Cattivelli, direttore CREA Genomica e Bioinformatica e coordinatore di BIOTECH, ha spiegato i risultati che sono stati raggiunti.

“Le nuove biotecnologie sono uno strumento potente per rendere l’agricoltura più sostenibile”, ha argomentato. Questo perché limitano l’uso di fitofarmaci, migliorano il valore nutrizionale degli alimenti e assicurano la produzione agricola, anche in un contesto di cambiamento climatico.

Cisgenesi e genome editing, non ogm

Gli ogm, organismi geneticamente modificati, non sono da demonizzare, anzi da valorizzare. Tuttavia, non è questo il cuore scientifico del progetto. Infatti, in particolare sfruttano le NBT (New Breeding Techniques), ovvero cisgenesi e il genome editing, che fino a pochi anni fa erano molto osteggiate.

Grazie alla cisgenesi, la pianta da modificare riceve dei geni che appartengono al pool genico di piante che sono interfertili con la pianta target. Il genome editing non presuppone inserimento di geni estranei provenienti da altre specie. Opera invece internamente al Dna della pianta oggetto di miglioramento, inducendo una mutazione equivalente a quelle che si generano in natura. Si perfeziona quindi il corredo genetico delle piante. I punti di forza di questa tecnica sono le maggiori precisione e rapidità di applicazione, ma la migliore adattabilità alle tipicità dei territori. Senza considerare i bassi costi e i tempi ridotti.

I risultati ottenuti da BIOTECH

In quattro anni di lavoro, BIOTECH ha affrontato numerosi problemi che affliggono l’agricoltura italiana e ha individuato delle soluzioni specifiche per alcune piante. I pomodori del progetto, ad esempio, sono in grado di bloccare alcuni infestanti, resistere alla salinità e avere un elevato contenuto di vitamina D.

Le melanzane ottenute sono resistenti alla fusariosi. Altre, invece, sono senza semi, così da consentire un più lungo periodo di raccolta. I cereali di BIOTECH hanno semi più grandi e sono resistenti alle ruggini. Le mele, infine, sono più resistenti alle malattie, in particolare alla ticchiolatura: la principale patologia che può colpirle.

La legislazione europea

Dino Scanavino, presidente nazionale della Confederazione italiana agricoltori, ha spiegato che è necessario che l’UE superi la normativa vigente. “Ci aspettiamo molto dalla consultazione pubblica sulle nuove tecniche genomiche, aperta il 29 aprile dalla Commissione Ue”, ha auspicato Scanavino a Macfruit. Bisogna avere l’obiettivo di “arrivare a una proposta di legge il prima possibile, magari già a fine anno”. “Le nuove biotecnologie – ha concluso – possono permetterci di mantenere le nostre varietà tradizionali e la nostra competitività sui mercati, aumentando al contempo la sostenibilità economica e ambientale”.