Dl Aiuti, le promesse dei partiti e i fatti del ‘Governo dimissionario’
28 Luglio 2022
Il Dl Aiuti conterrà provvedimenti espansivi per 14 miliardi di euro, destinati alle imprese e al lavoro. Il Governo interviene sul cuneo fiscale e al posto dei bonus sceglie la strada delle decontribuzioni. Si riducono le imposte sul lavoro per aumentare il reddito dei lavoratori e al tempo stesso ridurre il costo pagato dalle imprese. L’intervento costerà 7 miliardi e durerà fino alla fine del 2022. Il Governo sembra pronto anche a operare una rivalutazione delle pensioni e conferma i provvedimenti contro il caro bollette.
Tutto questo con le coperture ottenute dalle maggiori entrate fiscali dei primi 6 mesi dell’anno. Anche sul fronte degli investimenti esteri il ministro Giorgetti punta a blindare i risultati già ottenuti e ad evitare che il nostro Paese perda opportunità legate al Pnrr. Ci sono in ballo 12 miliardi di euro di investimenti raccolti in sette mesi e sostenuti dalle agevolazioni ministeriali. Insomma, chi pensava di veder scivolare nel dimenticatoio il Governo dimissionario di Mario Draghi fino al 25 settembre deve ricredersi.
L’esecutivo non si accontenterà di sbrigare burocraticamente qualche pratica. Lo spirito che 17 mesi fa portò alla nascita di una compagine di Governo stretta intorno a Draghi nell’interesse del Paese non è morto. Questo dovrebbe preoccupare i partiti. Perché gli italiani non sono stupidi.
Chi ha cacciato Draghi e chi gli ha fatto legittimamente opposizione in Parlamento nei prossimi due mesi dovrà fare grandissima attenzione alle promesse elettorali da strombazzare in tv, sui social e sui giornali. Perché tra chi promette, tra chi usa la comunicazione vuota pensando di strappare qualche punto di consenso in più e chi invece continua a decidere, a fare, c’è una bella differenza. Gli elettori se ne ricorderanno quando andranno alle urne. E dopo.