“Mi tolgono il Reddito di cittadinanza, mi cerco un lavoro”
15 Novembre 2022
“Il reddito di cittadinanza non incentiva a stare sul divano” spiega il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, arriva l’ennesima difesa d’ufficio sul Rdc. Una misura che non sarebbe un incentivo per i fannulloni, insomma. L’uscita di Tridico giunge mentre monta nel Governo Meloni la discussione sulla rivisitazione del Reddito. Lo stesso quotidiano diretto da Marco Travaglio ha pubblicato due giorni fa un approfondimento sul Rdc. Secondo il Fatto, sarebbero 352 mila i percettori che hanno firmato un contratto di lavoro su un totale di 1,369 milioni disoccupati. In sostanza, un percettore su tre, smentendo i dati di un rapporto della Corte dei Conti sui soli 536 assunti nel 2020 attraverso il Rdc voluto dal Movimento 5 Stelle.
Il Fatto, il Reddito di cittadinanza e quei titoli a effetto
Nei giorni scorsi, Il Fatto ha dedicato anche la sua prima pagina alla legge grillina che avrebbe dovuto ‘abolire la povertà ’ in Italia. Con tanto di virgolettato a effetto di uno dei percettori, “Mi levano il Reddito, dormirò sotto i ponti”. Con tutto il rispetto per chi vive una condizione di disagio economico, quel titolo a nostro parere andrebbe riscritto. Così: “Mi levano il Reddito, mi cerco un lavoro”. Perché entrare nel mercato del lavoro, pagare le tasse, contribuire alla crescita economica della comunità , dovrebbe essere il senso delle politiche attive. Quelle che tra sussidi, centri per l’impiego e formazione professionale nel nostro Paese andrebbero profondamente riformate, perché non funzionano.
Ma torniamo a Tridico: “Per milioni di persone, senza il Rdc rimarrebbe solo la Caritas,” dice il presidente dell’Inps. Subito dopo però Tridico si ricorda che “esiste la Naspi per chi perde il lavoro, per un massimo di 2 anni”. E continua: “Ricordiamoci sempre che il Rdc oggi per i due terzi viene dato a persone che non possono lavorare (anziani, disabili, minori), o non hanno mai lavorato. Oppure, non hanno una storia contributiva recente”.
Non c’è dubbio che lo Stato debba prendersi cura degli ultimi e non lasciare indietro chi è davvero impossibilitato a lavorare. Certamente non tanti italiani, e stranieri, che da quando è in vigore il provvedimento grillino hanno truffato lo Stato, come dimostrano le inchieste che si susseguono un po’ in tutta Italia. Dai dati forniti da Tridico, però, scopriamo anche una altra cosa. Se una economia cresce, c’è molto meno bisogno di elargire sussidi.
Più crescita, meno sussidi
“Da aprile 2019 a oggi – spiega Tridico – hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità 2,24 milioni di nuclei familiari per un totale di oltre 5 milioni di persone. L’importo medio Rdc-Pdc (reddito e pensione di cittadinanza) attualmente è di circa 550 euro per nucleo e una spesa totale di circa 8 miliardi l’anno. Si è raggiunto un record di percettori nel picco della pandemia, nella prima parte del 2021, con 3,9 milioni di individui beneficiari di almeno una mensilità di Rdc”. “Oggi rispetto al tempo della pandemia, l’economia va meglio. E a ottobre i percettori sono scesi a circa 2,45 milioni di persone, corrispondenti a 1,16 milioni di nuclei familiari”. Più crescita economica, dunque, meno sussidi.
Il problema, e torniamo daccapo a dodici, cioè alle politiche attive, sorge quando bisogna inserire i percettori del reddito nel mercato del lavoro. “Circa il 20% dei percettori già lavorava, con guadagni minimi, fin dall’inizio della misura e non ha smesso di farlo. Anzi, ha aumentato la propria offerta sul mercato,” dice Tridico. “Un dato sufficiente a rilevare che il reddito non incentiva a stare sul divano”. Il punto è questo. Se non ho un lavoro, l’obiettivo dovrebbe essere proprio questo, cercarlo, trovarlo, lavorare tutti di più. E migliorare, progressivamente, sempre lavorando, la propria condizione di vita.
A questo dovrebbe servire lo Stato, a dare delle opportunità , una base di partenza quanto più possibile uguale per tutti. Tant’è vero, come dice Tridico, che “il profilo dei percettori nel 70% dei casi è costituito da persone con bassa istruzione. Spesso sono difficili da allocare sul mercato”. A questo dovrebbe servire la formazione professionale, se funzionasse. Magari finanziata a risultato, non a progetto come avviene solitamente, spesso buttando risorse pubbliche in corsi di formazione dai titoli improbabili.
Così Tridico conclude: “Si tratta di un mercato (del lavoro, ndr) che per buona parte dell’ultimo triennio è stato bloccato da pandemia e crisi. La riattivazione sul mercato, la presa in carico e le politiche attive rimangono l’anello debole non solo del programma del Rdc, ma delle politiche del lavoro più in generale”.
Il Governo alle prese col ‘Nuovo Reddito’
Sulla revisione del reddito di cittadinanza lavora da giorni l’Esecutivo. L’orientamento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è lo stop del Rdc agli under 60 anni e a chi si trova nelle condizioni di poter lavorare. La misura resterebbe come sostegno agli invalidi, a chi è in difficoltà e chi ha minori a carico senza adeguati mezzi di sostentamento.
All’interno del Governo il dibattito sul reddito di cittadinanza è tuttora aperto. Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, si è così espresso sulla sospensione del sostegno: niente più Rdc, in caso di rifiuto di un impiego da parte di un percettore dell’assegno: “La stretta sugli abili al lavoro ci sarà : l’assegno sarà sospeso di sicuro per sei mesi all’anno, se si rifiuta l’unica offerta di lavoro oppure non si seguono i corsi di formazione che vogliamo potenziare” spiega Durigon.
“Ma non prevediamo un’applicazione retroattiva delle nuove norme. Non toglieremo da gennaio l’assegno a nessuno. Almeno non dall’oggi al domani”. Quindi bene la revisione, bene togliere il reddito a chi si rifiuta di lavorare. Meglio ancora se riformiamo formazione professionale e centri per l’impiego. Ma quella previsione sulla non retroattività del ‘nuovo reddito’ cosa vuol dire? Speriamo non che tutto resti come prima, per quelli che è tempo si alzino dal divano per trovarsi finalmente un lavoro.