
Orbàn sarà pure Orbàn ma l’indignazione liberal rivela la debolezza europea

04 Gennaio 2023
Non si capisce tutta questa indignazione dei liberal europei verso il presidente Orbàn sull’Ucraina. Il belga Verhofstadt ha scritto su Twitter che Orban è un “traditore” dell’Europa riprendendo una dichiarazione dell’ungherese, convinto a sua volta che se gli Stati Uniti smettessero di inviare armi e denaro a Kiev la guerra finirebbe. Certo Orban non ha completato il suo ragionamento. Nel senso che la guerra finirebbe o forse sarebbe già finita con le truppe di Mosca a Kiev.
Né c’è da stupirsi troppo delle dichiarazioni di Orbàn che si è scambiato gli auguri di buone feste con Putin e non ha mai nascosto le sue posizioni. Ma che senza gli Stati Uniti le cose sarebbero andate diversamente in Ucraina non ci vuole un genio per capirlo. Il primo ministro finlandese Sanna Marin, per esempio, ha detto con chiarezza che la guerra sta dimostrando “la debolezza di base” dell’Unione europea nel settore della Difesa e a livello strategico.
Orbàn, la Russia e gli errori europei
Verhofstadt non può certo dare della traditrice pure alla Marin. Visto che la Finlandia ha deciso di entrare nella Nato. Di errori blu con la Russia, del resto, la Ue ne ha commessi molti e ora li sta pagando ad uno ad uno. Lo ha ammesso anche il presidente tedesco Steinmeier spiegando che il gasdotto Nord Stream 2 con i russi, per fare un esempio, non avremmo mai dovuto farlo.
Il cancelliere tedesco Scholz invece due settimane fa ha detto che continuerà a parlare con Putin. Pur spiegando che i colloqui di pace con Mosca potranno iniziare solo dopo il ritiro russo dalla Ucraina. Non c’è dubbio che dopo la invasione russa della Ucraina l’Europa o perlomeno larga parte di essa si sia data una regolata sui rapporti da intrattenere con il Cremlino. La posizione di Orbàn sul conflitto è isolata.
Per non dire del Qatargate
Anche se i maligni commentano lasciando intendere che a Budapest dicono quello che a Berlino pensano. Del resto, consideriamo quello che stiamo vedendo sul Qatargate. Secondo le indagini della procura belga, regimi che hanno poco o nulla di democratico erano intenti a far arrivare fiumi di denaro a personalità di spicco del Parlamento europeo. Insomma, si può capire bene quali sono state le origini della debolezza europea di cui parla la Marin.
Per cui evitiamo di cadere nell’ipocrisia. Dicevano che con la vittoria di Meloni in Italia il nostro Paese sarebbe diventato il ventre molle della Europa nei rapporti con Mosca. Non sembra che stia andando esattamente così. Il tema non è difendere o meno Orban, un politico che pur di coltivare il suo interesse mette a rischio la sicurezza europea. Ma è sull’unità e la politica estera di questa Europa che dovremmo interrogarci.
Servono una nuova Europa e più investimenti nella Difesa
Dobbiamo avere il coraggio di chiederci qual è stato il livello e se c’è stato un problema di classi dirigenti in Europa negli ultimi anni. Di come questa classe politica abbia benevolmente accettato di fare affari con regimi illiberali e dittature. Invece di fare gli indignati speciali con l’Ungheria su Twitter, pensiamo quindi a come avere un vero piano europeo della Difesa, a quante risorse investire realmente nella Nato come chiedeva Trump.
A cosa faremo nel dopoguerra ucraino e a ringraziare gli Stati Uniti per quello che continuano a fare da decenni in Europa Orientale.