Russia, uno studio italiano conferma il “grave impatto” delle sanzioni
19 Febbraio 2023
Le sanzioni fanno male alla Russia. “Nel medio e lungo termine, la produttività e il potenziale di crescita dell’economia russa saranno ridotti”. A causa del mancato accesso alle tecnologie avanzate. E a causa della “perdita di collegamenti commerciali e di fonti di approvvigionamento e del possibile esodo di lavoratori qualificati”. Lo dice uno studio di Bankitalia a firma Cocozza e Savini Zangrandi.
“Una valutazione oggettiva deve riconoscere che le sanzioni stanno avendo un grave impatto sull’economia russa, annullando oltre un decennio di crescita e integrazione economica e trasformando fondamentalmente il Paese”. Preoccupazioni del genere sarebbero espresse anche in documenti riservati della Banca centrale russa. ”In analogia a quanto spesso avviene in ambito bellico, le sanzioni economiche producono i loro effetti per attrito, indebolendo nel tempo l’economia del Paese al quale sono imposte. Limitandone le opzioni e negandogli capacità strategiche”.
Le sanzioni vanno in ogni caso inserite in una congiuntura internazionale negativa in atto già prima della guerra. Dai cali nelle forniture energetiche alle problematiche della logistica. Per questo, già prima del ban al petrolio russo entrato in vigore lo scorso dicembre, gli autori scrivevano che “l’imposizione di ulteriori sanzioni alle esportazioni russe di petrolio e gas, non mitigata da attente politiche volte ad attenuarne il costo. Assieme all’interruzione delle esportazioni ucraine, questo potrebbe causare uno shock sull’offerta e sui prezzi delle materie prime di notevole portata”.
“In conclusione le sanzioni sono uno strumento potente, ma quando vengono applicate a un Paese grande e integrato come la Russia possono avere un effetto di ritorno per l’economia globale. A causa delle interdipendenze economiche e finanziarie. Da ciò deriva la difficoltà nel trovare il giusto equilibrio nel calibrare le misure”.