I trans e l’ansia di possedere tutto senza avere nulla
30 Ottobre 2009
Tanto abbiamo letto in questi giorni sulla vicenda Marrazzo; si è parlato di tutto, potere, politica, trasgressione, onnipotenza, pentimento, tutto ed il contrario di tutto è stato sciorinato. Questa vicenda fa riflettere molto, non è infatti la prima volta che uomini di potere sono coinvolti in storie con trans. E neanche la prima volta che reagiscono come fossero vittime di forze oscure.
Sembrerebbe che la prostituzione transessuale è sempre più numerosa, la richiesta è aumentata e quindi l’offerta risponde in modo sempre più organizzato. La domanda che mi incuriosisce di più, dell’evento in sé, è questa: ci troviamo di fronte a casi o a sintomi? E cioè, dobbiamo considerare questi numerosi casi di uomini, potenti e non, apparentemente eterosessuali, nella maggioranza dei casi con moglie e figli, come l’espressione di un nuovo uomo? Di nuovi comportamenti che magari oggi sorprendono e fanno riempire di discussioni i giornali e le tv, ma che forse solo fra qualche anno o meno, saranno contemplati come comportamenti accettabili e normali?
Allora la mia curiosità, si sposta su questo nuovo modello di uomo che si intravede tra noi, e non così tanto lontano; infatti oltre ai politici, ci sono professionisti, e normali uomini, quelli della porta accanto, che sicuramente però, debbono guadagnare bene. Questi uomini non hanno deciso di vivere in modo chiaro ed esplicito la propria sessualità trasgressiva. Non fanno scelte coraggiose che implicano anche la sofferenza per alcune rinunce: non avere figli ad esempio o essere considerati diversi ed esclusi o discriminati, e dunque lottare per avere pari diritti ed opportunità. No, questi signori che frequentano i trans, sembra proprio che abbiano deciso di avere tutto. E quando dico tutto, è proprio tutto!! Moglie, figli, calore, sicurezza, famiglia, stabilità, accoglienza, soldi, potere. Ed anche i trans. Essi, i trans contemplano il tutto, la seduttività femminile espressa al massimo dell’esplicito, seni esplosivi, labbra enormi; ma contestualmente la mascolinità che soddisfa un’omosessualità latente non espressa, ma anche il sogno di contemplare tutto e dare sfogo all’ambiguità, dove tutto diviene possibile.
L’identità si moltiplica e si pensa di poter controllare il mistero della vita, la paura della morte, ci si sente invincibili poiché si accede al maschile e al femminile, non c’è più solo una parte , una separazione c’è il tutto. Ma questa sembra a mio avviso essere la malattia di questo tempo. Poter governare tutte le cose, tutti gli impulsi, non privarsi di nulla. Godere di una libertà illimitata senza confini. Dove si sogna di dominare sia il maschile che il femminile in un unico amplesso.
La società dell’ansia da controllo, della performance, della prestazione ossessiva. Dove il sentimento e l’emozione sono perse in una compulsiva ricerca di piacere che diviene autistico e narcisistico, dove non c’è condivisione, amore, ma solo ricerca di un piacere che soddisfa l’egocentrismo più sfrenato. Dove la normalità del vivere è considerata terribile, da fuggire. Poter essere considerati diversi, trasgressivi, viene visto dai più come un fiore all’occhiello. Certamente l’autenticità, la pacatezza, apprezzare le piccole cose della vita, non fa stare tra i vincenti e i vip.
Questi comportamenti nascondono a mio avviso un vuoto ed una solitudine enorme. La difficoltà ad essere presenza in tutte le cose e nelle relazioni fa sempre essere in fuga. In fuga da se stessi in una corsa continua, una ricerca di senso al di fuori di sé dove c’è l’illusione che avere e potere sempre di più possa portare felicità. Ma la felicità risiede in alcuni istanti in cui si è presenti a se stessi e a ciò che si vive, è propria dello stare, dell’esperienza, del sentire e del condividere. In queste storie si vive esattamente il contrario si è fuori dall’esperienza, si è in un sogno compulsivo, spesso esaltato dalle droghe per alzare l’asticella del piacere. Si ottiene in cambio la sensazione che non basti mai e si cade in un incubo ossessivo alla ricerca di un piacere infinito che plachi l’ansia di provare tutto, essere tutto, ed avere tutto.