Ad essere in pericolo è la tenuta del Pd che sui temi etici non sa che dire

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Ad essere in pericolo è la tenuta del Pd che sui temi etici non sa che dire

13 Febbraio 2009

 

Amarezza e imbarazzo: sono i sentimenti che provo affrontando il tema di Eluana Englaro e delle implicazioni che ha sollevato.

Amarezza per l’epilogo, imbarazzo per la difficoltà a trattare un tema così complesso e dai confini incerti, ma è proprio questa difficoltà a rendere necessario discuterne.

La vicenda è prima di tutto umana, ma ha forti relazioni con la politica.

Un tema scomodo quello del fine vita, perché richiede valutazioni profonde e dettagliate, sottili distinguo, rispetto di sentimenti, culture, convinzioni e fedi diverse, assunzione di responsabilità con il rischio che su esse incomba sempre il peso del dubbio. La scienza progredisce, le conoscenze si ampliano, ma il passaggio di quella soglia che per sua natura qualsiasi vita deve varcare, lascerà sempre aperti grandi interrogativi.

Che vita fosse quella di Eluana Englaro non lo so, come credo nessuno possa saperlo, certo è che le sue funzioni le consentivano di vivere ancora, pur in quella dimensione sconosciuta a noi e alla scienza.

E’ qui la chiave di qualsiasi ragionamento e su queste considerazioni si è animato il movimento che ha indotto Governo e parlamentari ad intervenire con una corsa contro il tempo. E’ come se un campanello avesse richiamato l’attenzione di tutti su una questione che, talmente intima, nessuno avrebbe voluto affrontare in tempi ristretti, ma che nel suo essere forzatamente resa pubblica e su cui incombeva una sentenza definitiva, doveva essere per forza presa in considerazione con urgenza, fermando una decisione sbagliata.

Qui non c’entra la Chiesa e i suoi legittimi interventi.

Qui c’entra la coscienza di ciascuno di noi e il rispetto della stessa Costituzione che vuole la Repubblica garante dei diritti inviolabili dell’uomo.

Cibo e acqua fanno parte di essi.

Lo ha sottolineato con micidiale lucidità e laicità Marcello Pera nel discorso con cui ha spiegato perché la stessa sentenza della Suprema Corte sia in realtà illegittima, perché viola un principio fondamentale, insinuandosi in un vuoto legislativo e basandosi su una volontà individuale presunta.

Chi accusa di sciacallaggio gli artefici di questa azione è in malafede ed è un ipocrita.

Oppure solo un superficiale che non vuole comprendere che questo caso richiama più di qualsiasi altro problema noi politici alle nostre responsabilità.

Ora si lavora sul disegno di legge di fine vita e non sarà un lavoro in discesa, con il PD già pronto a fare ostruzionismo per il suo naturale “essere contro” e fomentare un clima di esasperazione e di paura. Veltroni sta allestendo il triste teatrino dei sedicenti difensori della Costituzione come se ci fosse una situazione di pericolo.

Credo piuttosto che in pericolo, in questo momento, ci sia  la tenuta dello stesso PD, diviso sui temi etici, come già aveva dimostrato in passato, e sulla interpretazione della stessa Costituzione.