
Batte forte il cuore della impresa familiare in Italia

06 Giugno 2022
Guerra di Putin e pandemia non bastano a fermare il capitalismo familiare italiano. L’impresa familiare cresce nel 2021. Nonostante le ricadute negative del conflitto in Ucraina sulle catene di fornitura globali, anche le attese per il 2022 fanno ben sperare. Lo strumento per fare il salto generazionale, modernizzarsi e internazionalizzare, ancora una volta è il PNRR. Sono questi i risultati principali che emergono dal rapporto dell’Area Studi di Mediobanca sul “IV Capitalismo”. Quella “fascia dimensionale intermedia a controllo familiare del comparto manifatturiero nazionale compresa tra le piccole aziende e i grandi gruppi”.
Crescono fatturati ed export nel 2021
Diciamo innanzitutto che la impresa familiare produce per il 94% nel nostro Paese. Il settore è composto da aziende di medie dimensioni che hanno fino a 500 dipendenti e un volume di vendita tra 17 e 370 milioni di euro. Da imprese più grandi con più di cinquecento dipendenti e un fatturato fino a 3 miliardi di euro. Secondo Mediobanca, le imprese familiari stimano un aumento del 19% del fatturato aggregato nel 2021 (+17% le esportazioni) e una forte ripresa degli investimenti che segna +25%. Le proiezioni sul 2022 sono positive sia per le vendite (+6,9% nominale, +3,7% tenendo contro degli effetti dell’inflazione), sia per l’export (+6,1% nominale, +2,9% deflazionato).
Il salto generazionale della impresa familiare
Il 60 per cento delle imprese familiari si aspetta dei benefici dal PNRR. Nel rapporto ci sono altri dati interessanti. Se le posizioni apicali in azienda restano saldamente in mano ai familiari (76%) e la continuità di valori e tradizioni non si tocca, il 44,6% delle imprese familiari vuole o sta rinnovando le linee manageriali interne e investe in competenze. Il 60% degli imprenditori ha delle preoccupazioni sull’apporto che gli eredi possono dare all’impresa ma quasi il cinquanta per cento ha già dato al successore deleghe operative in azienda.
Un fenomeno autenticamente italiano
Il 37,6% di queste imprese è pronta a fare acquisizioni. Anche la sostenibilità sta a cuore al capitalismo familiare del Belpaese (81%). Gli obiettivi sono ridurre gli scarti (70,7%), dotarsi delle necessarie certificazioni ambientali (53,9%), ridurre il gas serra (39,2%) con l’apporto di nuove competenze specializzate (46,5%). Solo una parte delle imprese familiari però comunica i temi ambientali, sociali e di governance attraverso il proprio sito internet (34,7%). Ancora meno pubblicano rapporti ufficiali dedicati. Il giudizio di Mediobanca è netto: il capitalismo familiare è “un fenomeno autenticamente italiano per proprietà e organizzazione”, capace di vincere la sfida dell’export. Le vendite oltreconfine superano il 45% di quelle totali.