Benvenuti nella Panopticon Society

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Benvenuti nella Panopticon Society

Benvenuti nella Panopticon Society

27 Luglio 2025

Il video del kiss cam che a un concerto dei Coldplay ha immortalato in un abbraccio fuggente una coppia di amici—colleghi e forse altro ha fatto il giro del mondo. Le conseguenze sono note: crisi dei propri legami ufficiali, allontanamento dal posto di lavoro, una gogna di dimensioni epiche.
E non poteva essere diversamente poiché viviamo in una sorta di società della sorveglianza in cui ogni cittadino è allo stesso tempo vittima e carnefice di se stesso e del suo simile. Non c’è atto della vita privata o pubblica che non sia immortalato in uno scatto dei cellulari, moderne “armi” da fuoco non meno pericolose di quelle tradizionali.

Il paradosso è che la società della sorveglianza non è solo il frutto di un disegno distopico, da grande fratello, anticipato con incredibile chiaroveggenza da Orwell nel romanzo “1984” in cui descrive una società chiamata Oceania in cui ogni cittadino è tenuto costantemente sotto controllo dal potere. Ma, ed è questo il salto qualitativo, nel nostro tempo ogni cittadini-cellula fornisce al “grande inquisitore”, spontaneamente, ogni notizia utile per aumentare il data-base delle informazioni utili al potere. Come scrive Kennet Minigue nel saggio “La mente servile”, è lo stesso “cittadino-servo che chiede allo stato-padrone di prendere le decisioni in luogo suo”.

Ogni giorno, quando postiamo una foto del nostro piatto preferito, del luogo di vacanza, o ostentiamo l’acquisto della nuova auto, non ci rendiamo conto di fornire migliaia di informazioni al potere politico-finanziario che in base a quella valanga di dati potrà, anzi può già, costruire il nostro profilo psicologico e politico: chi siamo e cosa vogliamo. Con buona pace delle società liberali.
Problema di cui la cultura dibatte da decenni: dal Panopticon teorizzato da Jeremy Bentham, in cui da una torre centrale il “controllore” guardava nelle celle disposte a cerchio, al synopticon, teorizzato dal sociologo Thomas Mathiesens in cui, attraverso media e tecnologia, un gruppo relativamente piccolo di persone controlla la massa.

Nella società dell’esplosione delle tecnologie si è fatto un ulteriore passo verso il baratro: un controllo capillare di massa attraverso i controllati. Una tendenza che Etienne de la Botiè definisce “servitù volontaria”. Senza rendercene conto, ognuno di noi, “vende” per nulla la sua vita.
Quindi: la povera coppia immortalata al concerto paga una tendenza generale. Accade ugualmente in teatro e persino allo stadio.

Si comprende l’emozione di esultare per un gol con il compagno o compagna. Ma se avete (o abbiamo) qualcosa da nascondere, non è meglio rifugiarsi in una baita in montagna o su una isoletta greca?
Ma senza grandi illusioni: le probabilità di incappare anche lì in un amico reale o virtuale è alta. E allora o ci si attiene alle regole oppure occorre convivere con la società del rischio.
Come era facile la vita degli amanti qualche decennio fa? Ora costretti, invece, a vivere con tanti occhi addosso e finire in terapia.