Bicchielli (NM): “Siamo con Kiev, Bussola strategica per una Ue più sicura”

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Bicchielli (NM): “Siamo con Kiev, Bussola strategica per una Ue più sicura”

Bicchielli (NM): “Siamo con Kiev, Bussola strategica per una Ue più sicura”

05 Dicembre 2022

Onorevole Bicchielli, nei giorni scorsi Putin ha risposto picche alle condizioni poste dal presidente Biden per i negoziati sull’Ucraina. Lei come giudica l’atteggiamento di Mosca nove mesi dopo l’aggressione all’Ucraina?

Nel frattempo il ministro della difesa della Federazione russa, Shoigu, cerca sponde a Minsk facendo pressioni su Lukashenko affinché entri in guerra a supporto della Russia. La situazione sul campo è complessa. Sembra tendere a una cronicizzazione del conflitto che, per l’Ucraina e per gli alleati, sarebbe un orizzonte nefasto. Le condizioni poste da Biden, da un lato, e da Putin, dall’altro, per l’avvio di un negoziato sono palesemente irrealizzabili: c’è da capire se non rappresentino comunque il primo passo per avviare dei colloqui, questa è la speranza. Quel che è certo, per dirla sinteticamente con parole del ministro degli esteri turco Cavusoglu, è che “come concludere la guerra” continua ad essere una domanda difficile.

La premier finlandese Sanna Marin ha dichiarato che l’Europa non è abbastanza forte e che se non ci fossero stati gli Usa la risposta occidentale all’attacco russo in Ucraina non sarebbe stata così solida. E’ proprio così?

C’è da dire che il fronte europeo che si era consolidato contro l’emergenza pandemica, arrivando a rompere paletti storici come l’indebitamento comune, non è apparso così unito nella crisi ucraina. Questo è dovuto principalmente alla questione energetica. La maggiore dipendenza della Germania, ed in particolare dell’industria tedesca, dal gas russo ha sicuramente comportato posizioni differenti all’interno dell’Unione. Ma le sanzioni imposte dall’Europa stanno avendo i loro effetti, è evidente dal nervosismo di Putin, e su questo si è agito unitariamente.

Cosa dovrebbe fare la Ue in futuro?

Oggi l’Unione non ha ancora gli strumenti per giocare il ruolo che gli compete nello scacchiere continentale e mondiale. L’orizzonte che abbiamo è la Bussola Strategica, approvata a marzo, che individua una strategia e un piano d’azione basato su quattro pilastri. La bussola consente all’Unione un’azione più rapida ed efficace contro le minacce e consolida il rapporto con le altre organizzazioni internazionali, a partire dalla Nato e dall’ONU.

Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto sull’invio di armi a Kiev nel 2023. Potrebbe esserci qualche sorpresa in Parlamento? Quanto è importante garantire la continuità dei flussi occidentali di forniture militari all’Ucraina?

Essere per la pace vuol dire essere accanto a chi è stato attaccato: seppur questo conflitto abbia le sue origini otto anni fa, ciò a cui abbiamo assistito quest’anno è l’invasione di uno Stato sovrano. Su questo mi sembra difficile argomentare diversamente. Resistenza per l’Ucraina vuol dire tempo e condizioni per aprire un tavolo di pace.

I Paesi europei stanno facendo abbastanza negli investimenti per la Difesa e la spesa militare?

I programmi per gli investimenti militari sono chiari, sia per i Paesi che fanno parte della NATO, sia per quanto riguarda la Bussola Strategica dell’Unione europea che contiene in nuce la formazione di un esercito europeo. Questo sistema di alleanze rafforzato consente a mio avviso la risposta più efficace. Vedo con meno favore corse in avanti, in solitaria.