Capacity Italy e PA digitale 2026, le piattaforme per implementare il PNRR

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Capacity Italy e PA digitale 2026, le piattaforme per implementare il PNRR

Capacity Italy e PA digitale 2026, le piattaforme per implementare il PNRR

31 Marzo 2022

I dubbi sull’effettiva capacità dell’apparato statale e burocratico italiano di gestire i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sono sempre stati. Tuttavia, la Corte dei conti ha rassicurato che fin qui l’attuazione del PNRR sta procedendo senza particolari ritardi. Allo stesso, ha lanciato un monito riguardo le strutture tecniche delle amministrazioni locali che si stanno coordinando “più lentamente di quanto auspicabile”. Anche per questo, nella Conferenza unificata Stato-Regioni i ministri Brunetta, Colao e Gelmini hanno presentato due piattaforme: Capacity Italy e PA digitale 2026.

Cosa è Capacity Italy e a cosa serve

Capacity Italy è una piattaforma implementata da Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia e Mediocredito Centrale. L’obiettivo è sostenere gli enti locali nella partecipazione attiva dai bandi alla fase esecutiva, fino alla rendicontazione. Questi tre partner forniranno più di 550 esperti che aiuteranno le amministrazioni locali a cogliere le opportunità offerte dal PNRR.

“La piattaforma è uno strumento straordinario, che non si vedeva da tempo nel nostro Paese. Sarà immediatamente operativa e destinata a evolvere da strumento di assistenza tecnica e progettuale a meccanismo di capacity building” Renato Brunetta, ministro della Pubblica Amministrazione

La piattaforma sarà utilizzata infatti durante tutto il processo di realizzazione degli interventi, a partire dalla redazione dei bandi e dalla pubblicizzazione verso i destinatari. Solleciterà la partecipazione da parte degli enti locali nelle aree geografiche che necessitano di maggiore supporto, interfacciandosi con chi attuerà i progetti e l’amministrazione centrale. Infine, supporterà gli enti aggiudicatari per la realizzazione dei progetti di investimento e gli enti locali per quanto riguarda la gestione, il monitoraggio e la rendicontazione dei progetti stessi.

Resta da capire quanto il maggiore coinvolgimento di CDP, che sotto i governi Conte stava assomigliando sempre più alla vecchia IRI, e di Invitalia, agenzia che ha come CEO lo stesso Arcuri che in pandemia ha dimostrato la propria propensione all’efficienza, sia una risorsa e quanto un limite.

Cosa è PA digitale 2026 e a cosa serve

PA digitale 2026 è un sistema che consentirà alle amministrazioni locali di richiedere i fondi del Pnrr destinati alla transizione digitale, rendicontare l’avanzamento dei progetti inerenti e anche ricevere assistenza.

“Per permettere una rapida implementazione del Pnrr, in meno di un anno abbiamo costruito una piattaforma online unica per dare la possibilità a tutti i comuni di scegliere le iniziative di digitalizzazione dei servizi per ognuno prioritarie, in maniera però omogenea in tutto il Paese.” Vittorio Colao, ministro della Transizione digitale

Si parla di fondi dedicati a 22.353 pubbliche amministrazioni assegnati in ordine di prenotazione con l’erogazione in modalità voucher. Questo processo è stato realizzato attraverso l’interazione costante con Associazione nazionale comuni italiani, Unione province d’Italia e tutte le Regioni.

Tale novità, tuttavia, può presentare notevoli criticità. Se non sarà più necessario infatti presentare progetti, visto che ogni PA in base a tipologia, dimensione e necessità riceverà un finanziamento predefinito, emergeranno anche problemi di qualità?