C’era una volta il “bianco” italiano, ora arrivano i turchi di Arcelik

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C’era una volta il “bianco” italiano, ora arrivano i turchi di Arcelik

C’era una volta il “bianco” italiano, ora arrivano i turchi di Arcelik

19 Gennaio 2023

Il settore degli elettrodomestici per molto tempo è stato un fiore all’occhiello del sistema industriale italiano. Zoppas, Merloni, Zanussi, erano marchi che rendevano l’Italia leader in Europa. Poi abbiamo perso progressivamente terreno nel gioco di acquisizioni delle multinazionali. Sono arrivati gli americani di Whirlpool, ma non ha funzionato. Oggi tocca ai turchi di Arcelik del gruppo Koc.

Arcelik è il colosso degli elettrodomestici turco. Nei giorni scorsi è stato chiuso l’accordo con Whirlpool per la creazione di una nuova piattaforma europea degli elettrodomestici da oltre sei miliardi di euro di fatturato. La multinazionale americana delle lavatrici porta così a compimento il programma di revisione strategica della propria attività di business in Europa, Medio Oriente, Africa (EMEA).

Il programma di Whirlpool era chiaro ormai da tempo e prevedeva la dismissione degli investimenti in Italia. I sindacati però sembrano guardare con diffidenza alla nuova piattaforma con Arcelik, temendo ricadute negative dal punto di vista occupazionale. Al punto da indurre il governo a convocare i vertici di Whirlpool, per assicurarsi della bontà del progetto per gli stabilimenti – sette – nel nostro paese.

L’accordo Arcelik-Whirlpool

L’accordo tra i due colossi del settore prevede che sette sedi europee, di proprietà di Whirlpool, passino ad Arcelik, che aggiunge al pacchetto della newco due stabilimenti situati in Romania. Le attività cedute da Whirlpool includono i marchi Whirlpool, Hotpoint, Bauknecht e Indesit. Queste attività hanno generato nel 2021 un fatturato di circa 4,2 miliardi di dollari ed un EBIT negativo di 30 milioni, mentre nei primi 9 mesi del 2022 sino al 30 settembre sono stati generati ricavi per 2,65 miliardi ed un EBIT negativo di 80 milioni.

La nuova holding degli elettrodomestici che andrà a regime entro il 2023 (serviranno ancora diversi mesi per la conclusione dell’accordo, serve il via libera dell’antitrust inglese ed europeo) vede Arcelik assumere il 75% delle quote. Per Whirlpool c’è il restante 25%. La nascita di un nuovo colosso nel settore degli elettrodomestici nasce dalla volontà del gruppo turco di inglobare un concorrente sul mercato (Whirlpool) e completare la gamma di offerta al cliente. Un soggetto industriale quindi ancor più grande, in un settore che cresce, piuttosto che arretrare. Secondo i dati di Statista, il mercato delle lavatrici e degli elettrodomestici vale 75 miliardi di dollari nel 2023, con una crescita annua di oltre il 4% fino al 2027.

La diffidenza dei sindacati

In ogni caso, si tratta di un’intesa tra multinazionali solide, solidissime. Ma dopo l’annuncio della joint-venture tra Arcelik e Whirlpool è scattata la richiesta da parte dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil) di un urgente tavolo ministeriale al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy). Il ministro Urso ha convocato i vertici di Whirlpool. C’è la volontà di verificare le garanzie fornite da Whirlpool per i siti italiani, in termini di continuità di produzione e del mantenimento della forza lavoro.

Il caso Whirlpool-Napoli

La diffidenza dei sindacati sulla costituzione della newco tra Arcelik e Whirlpool è legata a quanto avvenuto con l’azienda americana sullo stabilimento di Napoli. Cinque anni fa fu siglato l’Accordo Quadro – al Mise c’era Luigi Di Maio – con cui Whirlpool si impegnava con il Governo in un Piano da 18 miliardi di euro per il rilancio dello stabilimento in via Argine (Napoli Est), in cambio di un robusto pacchetto di agevolazioni fiscali e sostegni per il piano industriale. Pacche sulle spalle reciproche, grandi proclami.

Poi c’è stato il disimpegno di Whirlpool, l’incapacità dei vari governi che si sono succeduti a far mantenere i patti sottoscritti, il licenziamento degli oltre 350 operai. Una questione che si è trascinata mesi, anni. Ora il sito partenopeo è divenuto proprietà della ZES (Zona Economica Speciale) Campania. Per l’ennesima volta, lo Stato mette soldi per salvare un sito industriale e garantire il futuro occupazionale della forza lavoro.

Il progetto prevede la reindustrializzazione dello stabilimento, poi la cessione, attraverso bando pubblico, a più soggetti privati. Dovrebbe essere garantito l’assorbimento di tutti i lavoratori, a parità di salario. In sostanza, gli operai, i sindacati, temono un caso Whirlpool bis. E vogliono verificare se ci siano le garanzie sull’osservanza degli accordi sottoscritti da Whirlpool in Italia e sulla tutela dei livelli occupazionali.

Il colosso Arcelik

Una diffidenza che si scontra però con i numeri che Arcelik mette sul tavolo. E’ la terza azienda di elettrodomestici in Europa. Con un fatturato che va oltre i sette miliardi di euro nel 2022, in salita rispetto ai 6,5 miliardi del 2021. Arcelik, di proprietà del Gruppo Koc, conta 45 mila dipendenti in tutto il mondo. Le operazioni globali di Arçelik includono filiali in 53 paesi e 30 stabilimenti di produzione in nove paesi. Sotto al cappello del gruppo ci sono 12 marchi (Arçelik appunto, poi Beko, Grundig, Blomberg, ElektraBregenz, Arctic, Leisure, Flavel, Defy, Altus, Dawlance, Voltas Beko). I 29 centri e uffici di ricerca e sviluppo e design di Arcelik in tutto il mondo ospitano oltre duemila ricercatori e detiene fino a tremila domande di brevetto registrate a livello internazionale fino a oggi.

Questo, in cifre, è il colosso con cui Whirlpool si è andata a legare. C’era una volta l’Italia leader europeo degli elettrodomestici. Ora ci sono i turchi di Koc. Vediamo di non farceli scappare.