Clandestini? Tutti da Zapatero

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Clandestini? Tutti da Zapatero

17 Maggio 2008

 Come al solito all’estero c’è qualcuno che non ha capito niente di quello che accade in Italia. Oppure fa finta di non capire.

 Così, dopo anni di frontiere aperte a tutti i disperati del mondo, in Italia si comincia a far rispettare le leggi, si controlla qualche passaporto e si rispedisce a casa appena l’1% di quei clandestini che costringono tanti cittadini a non uscire più la sera o a vivere rintanati in case blindate come galere, piene di antifurti e porte di sicurezza per evitare di essere aggrediti e derubati.

 E subito cosa dice l’attenta – si fa per dire – vicepremier del governo spagnolo Zapatero? Dice che la Spagna è contro le politiche xenofobe, facendo trasparire che quei pochi controlli fatti in Italia possono essere paragonati ai campi di sterminio o alle leggi razziste.

 Il governo Zapatero, uno dei pochi baluardi socialisti rimasti in Europa, ha poi rettificato, si è scusato con la Farnesina e ha riconosciuto di aver preso fischi per fiaschi.

 Ma l’episodio è l’indice più evidente di quanto in Italia si sia presa, finalmente, la strada giusta. Una strada della fermezza e della legalità che altri paesi in Europa e nel mondo hanno preso da anni. Strada della fermezza che – è evidente – ha fatto comodo in tutti gli anni in cui è stata disattesa, facendo dell’Italia il muro basso da scavalcare per tutti quegli immigrati in cerca di un ingresso nel più ricco occidente.

 Gli immigrati sono una ricchezza per l’Europa, ma i clandestini e chi delinque sono un’altra cosa. L’Italia vuole i primi e tutti quanti coloro che si integrano e rispettano le leggi. Gli altri no.

Se Zapatero li vuole, che vadano in Spagna

 

(G.P.)