“Cofrancesco ci ha insegnato a diffidare dei conformismi ma ne è preda pure lui”

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“Cofrancesco ci ha insegnato a diffidare dei conformismi ma ne è preda pure lui”

27 Giugno 2011

Caro Direttore Giancarlo Loquenzi,

le scrivo sollecitato dalla lettera inviatale da Massimo Teodori e pubblicata oggi sul suo giornale. Anche io, come dice lo stesso Teodori, sono di frequente fatto oggetto di attenzione dall’illustre professore Cofrancesco, sulle vostre pagine ma anche su altre testate. “Diffidate degli azionisti travestiti da liberali!”, era ad esempio il significativo titolo di un articolo contro di me pubblicato dall’illustre maestro a tutta pagina su  “Libero” qualche settimana fa . E pensare che pur essendo un liberale di sinistra, molti della mia parte politica mi accusano proprio di essere un realista politico e un critico delle posizioni più tipicamente azionistiche. Credo che questa incomprensione a tutto campo sia il prezzo da pagare, in questo paese, se si vuol continuare a ragionare con la propria testa, sui fatti, andando oltre gli incasellamenti di comodo e la guerra fra guelfi e ghibellini che avvelena anche il campo intellettuale. Ma credo anche che sia questa la cifra vera dell’uomo liberale, ciò che lo contraddistingue e lo fa essere sempre, come dicevano i padri della dottrina, all’opposizione e in minoranza. Cofrancesco ci ha insegnato un tempo a diffidare dei conformismi, ma alla fine si è lasciato prendere la mano ed è diventato a sua volta un conformista, col segno cambiato ma sempre un conformista. Ai suoi fantasmi e alle sue ossessioni, l’uomo di ragione e l’uomo  liberale non possono che opporre fatti e ragioni, tenendo ovviamente aperta la possibilità di rivedere ogni posizione se con argomenti qualcuno lo convince di avere sbagliato.