
Come finanziare il programma del Centrodestra tra fisco e agenda sociale

13 Agosto 2022
Il programma del Centrodestra per governare l’Italia dopo il 25 Settembre poggia su tre cardini. Il riorientamento dei fondi europei per il Pnrr. La riforma fiscale. Una ricca agenda sociale. Tutti i programmi politici indicano una direzione ma poi si concretizzano nella realtà delle maggioranze che si formano in parlamento dopo il voto. Nel caso del centrodestra l’orizzonte è chiaro e sarà altrettanto importante spiegare agli elettori dove trovare le coperture necessarie a finanziare i punti del programma. Farlo in un mese e mezzo non è semplice. Chi si candida a guidare il Paese ha il dovere di provarci e diventerà credibile nelle urne.
Pnrr e grandi infrastrutture
Dicevamo dell’orizzonte. Negli ultimi anni la sinistra e Movimento 5 Stelle hanno impedito di realizzare grandi opere. Quelle infrastrutture degne di un Paese moderno che possono rendere l’Italia la ‘piattaforma logistica’ nel Mediterraneo, come amano definirla gli esperti. Ebbene, se rinegoziare in modo flessibile con l’Europa i fondi per il Pnrr va realmente in questa direzione, il Centrodestra vede lungo. Perché la guerra di Putin in Ucraina con le ricadute energetiche che tutti conosciamo ha smascherato l’ipocrisia su cui si fondava l’idea europea di uno sviluppo economico fondato solo su alcune fonti energetiche. Senza preoccuparsi di come realmente coprire il nostro fabbisogno di energia.
Come dire, servono meno proclami green e più opere strutturali che connettano l’Italia all’Europa, dal Ponte sullo Stretto alla banda ultralarga c’è l’imbarazzo della scelta. Gli investimenti sulle rinnovabili sono la bussola, il timone è il mix energetico, dallo sfruttamento dei nostri giacimenti di idrocarburi al nucleare che è una energia pulita. Se non cogliamo adesso l’opportunità del ‘piano Marshall’ europeo per fare infrastrutture per la mobilità , l’energia, il digitale, per ripensare l’idea di sostenibilità che abbiamo in modo pragmatico, non avremo una seconda occasione.
Riforma fiscale e agenda sociale
Anche la riforma fiscale è un orizzonte importante per gli elettori. L’introduzione della Flat Tax nel nostro sistema romperebbe il concetto di progressività su cui si basa il fisco italiano. E’ un obiettivo ambizioso e comunque la si voglia chiamare lancia un messaggio chiaro. Il centrodestra non farà patrimoniali, non alzerà le tasse e vuole dare voce al mondo del lavoro autonomo. L’importanza di tagliare il cuneo fiscale alle aziende e ai lavoratori, insieme alla defiscalizzazione del welfare aziendale ne sono la conferma e il corollario.
Il terzo cardine sono le proposte di natura sociale, un elenco molto lungo. C’è posto per l’abbassamento dell’Iva sui beni di largo consumo. La decontribuzione sugli under 35 e il lavoro femminile. L’estensione dell’assegno unico, il finanziamento dei servizi per l’infanzia, dei servizi sanitari di prossimità , di quelli per le famiglie che si prendono cura dei nostri nonni a casa, di quelle con disabili. E ancora l’aumento delle pensioni minime e sussidi “più equi e universali” che prendano il posto del reddito di cittadinanza. Se l’obiettivo è non lasciare indietro nessuno, questa parte del programma va calibrata considerando i costi della riforma fiscale proposta.
Dove trovare le coperture
Le stime sul finanziamento del programma di Centrodestra si aggirano sui cento miliardi di euro. Alcune proposte potrebbero portare subito a una copertura parziale del programma. Dalla pace fiscale e dal ‘saldo e stralcio’ si potrebbero ottenere fonti di finanziamento per qualche decina di miliardi di euro. Ma sono previsioni ed è opportuno stamparselo bene in mente. Anche il principio secondo il quale più lavori, più guadagni e meno tasse paghi, è fondamentale per aumentare la produttività del lavoro e quindi la crescita economica. Più il paese cresce, più si possono abbassare le tasse e avere risorse per le famiglie e gli ‘ultimi’.
Le coperture vere bisogna andare a trovarle soprattutto là dove si concentra il grosso della spesa pubblica. Cioè nella pubblica amministrazione e nei servizi. Se il Centrodestra intende introdurre una flessibilità generalizzata nei rapporti di lavoro, allora serve un cambio di paradigma per lo Stato. Dobbiamo ridurre la quota di lavoro dipendente e a tempo indeterminato nella PA. Questa sarebbe una grande rivoluzione. Oltre che una forte fonte di finanziamento per l’attuazione del programma. I paradigmi però non si cambiano dall’oggi al domani e nel nostro Parlamento il partito più forte è quello trasversale dello statalismo. Allora, sempre ragionando in modo pragmatico, si può partire da alcune azioni specifiche.
Una Pa più moderna e meno costosa
Razionalizzare i processi di controllo gestionale nella Pa, cercando di rendere più efficiente ed efficace la spesa pubblica è la prima azione da fare. È stato calcolato che da una ampia, profonda operazione di trasformazione digitale della amministrazione e dei servizi pubblici, con più tecnologia, lavoro agile, razionalizzazione nel funzionamento delle banche dati esistenti, si potrebbero recuperare più di 30 miliardi di euro in pochi anni. Un’altra fonte di copertura potrebbe venire dalla messa a reddito e dalla cessione di parti del patrimonio pubblico. Solo il patrimonio immobiliare dello Stato vale oltre 420 miliardi di euro, il doppio di quello in mano allo stato tedesco e francese messi insieme. Ne vogliamo utilizzare anche una piccola parte, ottimizzando il resto?
Combattere l’economia criminale
Infine la lotta ai capitali criminali, alla dark economy, al riciclaggio del denaro sporco. Una destra moderna che si propone come depositaria dello slogan ‘legge e ordine’ dovrebbe avere una idea forte di lotta alla economia criminale oltre che contrastare la grande evasione e il sommerso. Sono solo alcune proposte per dare forma e sostanza a quanto abbiamo letto nel programma del centrodestra.
La vera tassa da abbattere è il debito pubblico
Resta l’aspetto fondamentale su cui deve reggersi il discorso fatto fino adesso. Il senso complessivo della proposta di politica economica per i prossimi anni che viene fatta agli italiani dal Centrodestra non deve trasformi nel solito, facile banchetto a deficit e a debito. Perché così si scaricherebbero soltanto i costi dei provvedimenti presi sui giovani. Il debito pubblico è la tassa peggiore che da decenni mettiamo a carico delle nuove generazioni. Ridurlo e tenerlo sotto controllo è la prima vera riforma fiscale per il nostro futuro. Per togliere all’Italia il cappio che si è messa al collo. Per l’Italia.