Con la cultura si mangia (e si innova pure)
06 Novembre 2022
Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, è tornato a parlare dell’ingresso a pagamento nei musei a SkyTg24. Dopo aver preso ad esempio il costo dei biglietti del Louvre di Parigi e del Moma di New York, che costano rispettivamente 17€ e 25$, ha cercato di evidenziare le potenzialità economiche della cultura nel nostro Paese. Altro che il solito leit-motiv della cultura con cui non si mangia.
L’intervista di Sangiuliano a SkyTg24
“Ricaviamo dai biglietti dei musei circa 240- 250 milioni di euro l’anno, secondo dati pre pandemici. Sono convinto che possiamo incrementare, forse raddoppiare queste entrate che poi possiamo reinvestire per il mantenimento, la salvaguardia, i servizi con un effetto moltiplicare dell’intero sistema cultura del paese”, ha argomentato Sangiuliano prima di ribadire che l’Italia è la “prima super potenza culturale del mondo”.
“La cultura è un settore di volano economico del Paese, dalla cultura possiamo trarre punti aggiuntivi per il Pil, la cultura può diventare industria nell’economia del paese e dare apporto fondamentale come finora ha fatto ma in misura infinitamente inferiore al potenziale”. Il ministro conferma così di voler far pagare l’ingresso ai musei, scegliendo prezzi competitivi rispetto agli altri grandi Paesi.
Il nuovo corso del MiBACT può cambiare le cose
Vale la pena allora capire anche quali e quante forme di pagamento potrebbero essere usate. E con quale convenienza. Innanzitutto, le modalità di pagamento da implementare sono varie. C’è il pay what you wish per esempio, una possibilità da tenere in considerazione. Molto gettonata al Guggenheim di New York. Ma non solo.
Ma c’è anche un discorso più strutturale. C’è una questione di sottodimensionamento dell’organico destinata a risolversi grazie al Pnrr. Tuttavia, questa potrebbe essere l’occasione per ripensare complessivamente l’organizzazione delle strutture che dipendono dal Ministero della Cultura. Un discorso che vale per tutta la Pa. Prima modernizzare, innovare, introdurre competenze al passo con i tempi, digitalizzare. Poi assumere cum judicio.
L’Italia è un Paese in cui troppo spesso si pensa alla cultura umanistica in contrapposizione a quella tecnologica. Eppure, l’introduzione delle nuove tecnologie in un settore spesso distante dalla modernità potrebbe essere la molla per riavvicinare i giovani al mondo della cultura.