Cultura e innovazione, l’Italia si rilancia così
10 Ottobre 2022
I settori della cultura e della creatività in Italia stanno tornando in buona salute dopo lo shock pandemico ma, per essere competitivi e contribuire a generare Pil e valore, la strada è ancora lunga e si chiama “digitalizzazione”. A far emergere questo scenario è la dodicesima edizione del rapporto “Io sono Cultura”, promosso e realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere.
Il sistema imprenditoriale del comparto cultura e creatività ha saputo fornire risposte valide e spirito d’iniziativa rispetto alla complessa sfida dell’emergenza sanitaria globale. Il recupero dell’orizzonte pre-pandemico, però, non è ancora pienamente realizzato perché servirà un processo lungo e complesso.
Ad aver sofferto di più, come facilmente comprensibile, sono i settori condizionati dalla presenza fisica in loco dei fruitori, come per esempio i cinema, gli spettacoli dal vivo, i musei e i siti di patrimonio storico-artistico.
Il valore aggiunto della ricchezza prodotta dalle imprese culturali e creative è pari a 88,5 miliardi, con l’incidenza più alta nella Provincia di Milano. Il comparto vale il 5,6% del valore aggiunto complessivo che, se sommato al valore prodotto nei settori collegati del turismo, dei trasporti e della manifattura, sale al 15,8%.
Negli ultimi due anni, i dati fanno emergere importanti segni negativi per il comparto: il 21,9% di perdite e dell’11,8% del valore aggiunto prodotto nello spettacolo e nei musei e patrimonio, rispettivamente. Di contro, cresce la domanda di contenuti culturali sulle piattaforme digitali: il settore dei videogiochi e del software fa registrare il +7,6%. Nonostante il buon risultato, però, il nostro Paese si conferma lontano dai produttori globali di punta.
Per il Paese con il maggior numero di Patrimoni Unesco, i margini di crescita del settore sono notevoli ma vanno agganciati alle nuove opportunità in materia di sviluppo delle tecnologie digitali. Il rapporto tra ricchezza del patrimonio storico-artistico e potenzialità di una cultura digitale in continua e rapida evoluzione va ripensato e sviluppato appieno. L’Italia, in questo campo, può giocarsi la leadership su scala globale.
Per sostenere lo sviluppo e l’evoluzione delle imprese dei settori culturali e creativi è necessario accelerare su investimenti, nuovi formati, canali di distribuzione inesplorati e connessione ai più recenti sviluppi della digitalizzazione. Lasciare che il settore torni a schemi tradizionali, senza affrontare il necessario cambiamento culturale che la rivoluzione digitale rappresenta, significa perdere una sfida e tante opportunità.