Dal picco del fossile alle rinnovabili, le conseguenze delle crisi
27 Ottobre 2022
L’Agenzia internazionale per l’energia ha dichiarato che “l’aumento vertiginoso dei costi energetici causati da vari fattori economici e dalla guerra in Ucraina potrebbe essere un punto di svolta verso un’energia più pulita”. La domanda globale di combustibili fossili, inclusi carbone, petrolio e gas naturale, è destinata a raggiungere il picco nei prossimi decenni.
L’utilizzo del carbone dovrebbe raggiungere un picco nei prossimi anni, quello gas naturale entro la fine del decennio e quello del petrolio a metà degli anni ’30. La quota di combustibili fossili nel mix energetico globale, quindi, è destinata a scendere dal’80% al 60% entro il 2050. Pur essendo in ritardo rispetto agli obiettivi fissati per il 2050, la prospettiva è comunque discreta. Il momento dell’investimento nelle energie rinnovabili, nucleare incluso, è questo. È il momento di investire e sburocratizzare.
L’AIE ha anche respinto alcune affermazioni che riguardano il caro energia. Ha smentito il luogo comune per cui sono le politiche climatiche e gli impegni net-zero a muovere l’aumento dei prezzi dell’energia. Non solo ci sono scarse prove che vanno in questa direzione, ma ci sono molte indicazioni sull’incidenza delle politiche anti-Covid e della guerra sull’inflazione: la vera responsabile del caro energia.