
Dall’ONU al G20 il multilateralismo cede il passo alle dittature

19 Settembre 2023
“Abbiamo un livello di divisione tra superpotenze che non ha precedenti dalla Seconda guerra mondiale,” avverte il segretario generale ONU, Antonio Guterres, nel corso di una intervista alla CNN. “Persino durante la Guerra fredda la situazione era più prevedibile di quanto sia ora”. Le parole di Guterres mostrano come al giorno d’oggi le istituzioni multilaterali create per promuovere la crescita economica, la stabilità e la cooperazione globale dopo la Seconda guerra mondiale sono sempre meno efficaci. È un discorso che vale per le Nazioni Unite ma anche per la Banca Mondiale, il Fondo Monetario, il G7, il G20.
Grandi sfide come il cambiamento climatico, le pandemie, le migrazioni, mettono in discussione lo status quo delle istituzioni internazionali. La controprova arriva proprio dall’ultimo vertice del G20 in India che ha evitato di condannare la Russia per aver invaso l`Ucraina. Non c’è un consenso comune su una crisi che ha ricadute globali. La reticenza del G20 sulla aggressione russa è lo specchio della incertezza sempre più forte al livello delle relazioni internazionali. L’India che ha ospitato il G20 gioca una partita diplomatica da equilibrista, cercando di bilanciare le relazioni con gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, facendo pressing su Mosca affinché fermi la guerra ma proponendosi al tempo stesso come un contrappeso alla influenza americana e occidentale.
Il Brasile di Lula si è detto pronto a ospitare Vladimir Putin al prossimo vertice del G20. Il presidente della Corea del Nord torna dal suo viaggio in Russia dove ha chiuso nuovi affari per sostenere con armi, razzi e missili gli invasori russi Ucraina. Come la teocrazia iraniana che continua a fornire materiale militare a Mosca. Alla faccia dell non proliferazione e del disarmo invocato dai pacifisti in Occidente. In Medio Oriente, Ryad mette in atto una politica di distension con Teheran. Cina e Russia aumentano la loro influenza in Africa sfidando potenze europee come la Francia, che ripiega.
La controffensiva ucraina non sembra destinata a chiudere il conflitto con la Russia entro la fine di quest’anno, ci avviamo al terzo anno di guerra, con le opinioni pubbliche occidentali che mostrano segnali sempre più evidenti di stanchezza nel sostegno a Kiev. La persistenza di guerre come quella in Ucraina e l’atteggiamento ondivago del G20 che sceglie di non scegliere per non rompere l’unità dei Paesi che lo compongono, mostra tutta la crisi delle istituzioni internazionali, del multilateralismo e del mondo occidentale che quelle istituzioni per lungo tempo ha guidato.
In un contesto del genere diventa sempre più evidente che occorre fare delle scelte di campo dettate da una forte chiarezza morale che distingua il bene dal male. L’Occidente deve continuare a combattere per promuovere la democrazia e intervenire laddove necessario per difendere l’ordine liberale internazionale. Non mi “inchinerò” ai “dittatori”, ha detto il presidente Biden rilanciando la sua candidatura alle elezioni presidenziali americane del 2024.