Draghi da Erdogan, per l’indignato speciale non va bene manco la diplomazia

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Draghi da Erdogan, per l’indignato speciale non va bene manco la diplomazia

Draghi da Erdogan, per l’indignato speciale non va bene manco la diplomazia

06 Luglio 2022

Ma perché Marco Travaglio si scalda tanto per la visita di Draghi a Erdogan? Per mesi gli ex fulminati sulla via di Putin, Xi e del multilateralismo, i campioni dell’antiamericanismo militante hanno scritto e ripetuto che con Putin l’invasore dovevamo trattare, far parlare la diplomazia e non i cannoni.

E adesso che Draghi va ad Ankara dal Sultano Erdogan il quale, con la sua proverbiale doppiezza, dall’inizio della invasione russa si è presentato al mondo come il mediatore tra Mosca e le democrazie occidentali, tutti a gridare indignati honestah honestah. Fa niente se magari si riapre un corridoio alimentare. L’importante è indignarsi sempre e comunque. Lo sport nazionale.

Forse Travaglio si è reso conto che venti anni fa avevano visto giusto quelli che volevano rovesciare regimi e autocrazie come birilli, Putin, gli amici dei terroristi islamici, gli stati falliti e i narcostati? Perché se così non fosse non restano che la diplomazia e il realismo politico. Magari senza esagerare, invitando i medici cubani per salvarci dal Covid o svendendo qualche porto agli amici cinesi come è successo in Grecia con il Pireo, visto che ci si preoccupa tanto per le minacce del sultano ad Atene.

Il Sultano di Ankara è quello che è, l’islam politico lo conosciamo bene. Ma l’ipocrisia degli eroi della libertà di parola italiani non sfigura davanti a Erdogan. Poveri curdi, che avvocato gli hanno rifilato.