
Facciamola finita con le illusioni del debito illimitato e della tecnofinanza

09 Gennaio 2023
La crisi del capitalismo non è un problema economico ma morale. Il debito illimitato è un rischio pagato da tutta la società. Parole e musica di Jacques de Larosière, una delle figure più eminenti e illuminate dell’amministrazione finanziaria internazionale.
Nel suo nuovo libro, “En finir avec le règne de l’illusion financière” (Odile Jacob), l’economista punta il dito contro l’eccessiva finanziarizzazione del nostro mondo, sempre più indebitato e sempre più a rischio. Un “tempo delle illusioni” che, secondo de Larosière, rischia di far risvegliare le nostre società nel bel mezzo di un incubo.
Francese, 93 anni, De Larosière è stato direttore del Tesoro del ministero delle Finanze francesi, ma soprattutto è l’ex direttore generale del Fondo Monetario internazionale, governatore della Banca di Francia e presidente della Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Negli anni al vertice delle istituzioni finanziarie internazionali, ha vissuto da protagonista tutti gli avvenimenti di svolta dello sviluppo economico e finanziario occidentale del secondo Novecento.
Al centro dell’analisi lunga circa 100 pagine, de Larosière spiega che la condizione di profondo indebitamento in cui versa “il nostro mondo” ha oggi raggiunto proporzioni mai viste prima. Quali rischi porta con sé un debito pubblico ormai fuori controllo? E soprattutto, gli eventuali effetti collaterali sono limitati ai tecnicismi economico-finanziari oppure, come lo stesso autore suggerisce, rappresentano un rischio per la democrazia e il sistema sociale nel loro insieme?
“Il debito è diventato il fine ultimo del capitalismo”
In base ai calcoli dell’Istituto di finanza internazionale, il debito globale ha raggiunto nel 2022 la cifra record di 305 miliardi di dollari. Due anni fa il valore si fermava a circa 270 miliardi.
Secondo de Larosière a essere a rischio è la nostra stessa società. Il capitalismo vive una crisi morale dovuta al continuo azzardo finanziario. Indebitamento illimitato come nuovo dogma, scarso impegno nelle riforme strutturali legato al costo del denaro particolarmente basso, credito che continua ad accumularsi ma con la caratteristica di essere sempre più di scarsa qualità. Senza trascurare anche una progressiva deresponsabilizzazione delle élite amministrative e finanziarie, troppo subalterne al potere politico. Sono alcuni dei temi centrali per l’analisi di de Larosière. Questi elementi critici, secondo l’autore, hanno contribuito a consolidare un paradigma surrettizio, nel quale la maggior parte dell’attività economica si riflette nell’aumento delle valutazioni degli asset finanziari a scapito della crescita, del reddito salariale e degli investimenti produttivi.
Tornare alla crescita reale e alle riforme è, secondo l’analisi di de Larosière, l’unica strada per risanare un sistema economico globale ormai troppo dipendente dalla finanziarizzazione che, da mezzo economico, è finita per diventare l’obiettivo finale del capitalismo. Un’illusione, che però rischia di travolgere la società occidentale.