Fermiamo il crollo demografico con le imprese e con la crescita

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Fermiamo il crollo demografico con le imprese e con la crescita

Fermiamo il crollo demografico con le imprese e con la crescita

26 Agosto 2022

L’effetto a lungo termine del crollo demografico in Italia sarà un tonfo del nostro prodotto interno lordo. Ieri il presidente dell’Istat, Blangiardo, dal palco del Meeting di Rimini ha dato numeri spietati.

Oggi il Pil italiano si aggira intorno ai 1.800 miliardi di euro. Nel 2070, avremo 560 miliardi in meno, meno 32% derivato unicamente dal crollo demografico. Solo nel 2022, si prevedono 385mila nascite in meno. L’Italia oggi 58 milioni e 870mila residenti. Nel 2032 saranno 57 milioni e 628mila. Dal 2014, i residenti sono diminuiti di 1,4 milioni. Alla metà del Ventunesimo secolo, avremo 5 milioni di abitanti in meno.

Significa che il numero di lavoratori italiani è destinato a scendere. La forza lavoro tra 20 e 66 anni dai 36 milioni di lavoratori di oggi scenderà a 34 milioni. Nel 2050 avremo perso 8 milioni di lavoratori. Il ricorso massiccio alla immigrazione per garantire la produttività del lavoro vorrebbe dire stravolgere la composizione sociodemografica del nostro Paese. La questione della immigrazione va quindi gestita con estrema attenzione, per non trasformarla in una bomba sociale.

È evidente che la questione demografica è la sfida principale per i governi del prossimo decennio. Se non si inverte il trend tra i nati e i morti, e i morti continuano ad essere più dei nati, il futuro dell’Italia è segnato. In tutte le democrazie avanzate, la crescita del Pil va di pari passo con quella demografica. Un Paese non può crescere se non si fanno figli. Ma un Paese non può neppure crescere se mette freni insormontabili al dinamismo imprenditoriale.

Perché le aziende che assumono creano lavoro e ricchezza comune. Invece in Italia l’oppressione fiscale e burocratica impedisce alle imprese di correre al massimo. Le catene messe ai piedi delle aziende, la mancanza di lavoro soprattutto nel Sud, il crollo demografico si tengono. Per questo bisogna riformare il fisco e la amministrazione pubblica, garantire che in Italia ci sia vera concorrenza, sostenere le imprese che investono e che internazionalizzano.

Solo così, liberando le energie del mondo imprenditoriale, faremo crescita. I giovani e le donne lavoreranno, lavoreremo tutti di più e ci saranno più opportunità per mettere su famiglia e fare figli. Lo sviluppo economico è l’unico orizzonte possibile per cambiare passo e uscire dall’inverno demografico. La crescita, lo sviluppo e la diffusione di una vera cultura della vita nel nostro Paese.