Forlani: “I servizi di assistenza fanno aumentare occupazione ma serve riformare il welfare”

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Forlani: “I servizi di assistenza fanno aumentare occupazione ma serve riformare il welfare”

Forlani: “I servizi di assistenza fanno aumentare occupazione ma serve riformare il welfare”

24 Gennaio 2023

“L’Italia sul tema dei servizi di assistenza alla persona sconta un ritardo strutturale. L’adeguamento delle retribuzioni di colf e badanti all’aumento dell’inflazione deve spingere a intraprendere la strada della riduzione del peso economico del sistema pensionistico sulla spesa. Vanno potenziate assistenza e sanità. Si tratta di qualcosa di inedito per l’Italia, ma in altri paesi è stato realizzato e oggi non devono affrontare le nostre criticità”. La pensa così Natale Forlani, membro del Comitato scientifico della Fondazione Magna Carta, interpellato dall’Occidentale sulla crescita della spesa familiare per gli stipendi di colf e badanti. 

Dopo il mancato accordo tra le associazioni datoriali e i sindacati, infatti, si passerà all’applicazione dell’articolo 38  del CCNL lavoro domestico. Il Ministero del Lavoro farà scattare l’adeguamento automatico all’80% del valore dell’inflazione per le retribuzioni minime e  al 100%  sul valore di vitto e dell’alloggio. Adeguamenti che, per le famiglie, si tradurranno in un notevole aumento della spesa per la retribuzione di colf e badanti. 

“Il problema di fondo – spiega Forlani –  è che non è stato affrontato a livello strutturale il tema della sostenibilità della cura di anziani e figli. In molti altri paesi europei, con un welfare meglio attrezzato, questo aspetto non è più una criticità. La spesa per i servizi di assistenza viene agevolata attraverso consistenti detrazioni fiscali”.  “L’altra faccia della medaglia – continua – è anche il fatto che, defiscalizzando, emerge il lavoro nero. Un sistema così impostato permette di rendere compatibile la spesa familiare con i salari da erogare a colf e badanti”. 

“Anche in Italia – spiega Forlani – questo tipo di lavoro sta emergendo. I dati ci dicono però anche che, su 900mila persone iscritte al fondo Inps per colf e badanti, la metà viene regolarizzata per contratti inferiori alle 25 ore settimanali. E’ evidente che si tratta di un tipo di lavoro che va bene per le pulizie di casa, magari. Non certo per la cura continuativa di un anziano per esempio”. 

Forlani: “Passare a modello più virtuoso”

In uno scenario come quello del 2022, però, l’aumento dei prezzi, insieme con la necessità di procedere all’adeguamento delle retribuzioni per i lavoratori che garantiscono aiuti domestici, mette in evidenza le necessità di cambiare strada. “Da noi – sottolinea Forlani –  era difficile conciliare l’aumento dei prezzi e l’adeguamento delle retribuzioni senza un intervento dello stato che aiutasse fiscalmente questa operazione. Questo però non è stato previsto. Anzi per ora la scelta è stata quella di escludere colf e badanti dai provvedimenti del cuneo fiscale ma anche delle agevolazioni sulle nuove assunzioni”.  

Per invertire la rotta si può seguire un dato: in Europa l’assistenza e i servizi alle persone creano nuovi posti di lavoro. L’invecchiamento della popolazione naturalmente sta contribuendo a questo scenario.

Il sistema nazionale è chiamato a evolvere verso un modello più sostenibile, qualitativo e orientato alla crescita economica anche in questo settore. Per far sì che l’aumento della spesa assistenziale diventi crescita economica. “Per mettere in atto un nuovo paradigma in Italia – evidenzia Forlani – dobbiamo immaginare un modello più qualitativo del nostro, troppo spostato su badanti e assistenza familiare a tempo pieno. Si tratta anche di un sistema molto costoso per le famiglie e con una scarsa produttività in termini economici”.

“Per generare valore – segnala Forlani – servono due elementi, che rappresentano anche due attuali criticità”.  “Da un lato – avverte – , va contrastato il lavoro sommerso facendo emergere la domanda delle famiglie. Dall’altra bisogna potenziare il modello dei servizi territoriali che in altri paesi è stato applicato con successo”. “Siamo quasi obbligati a questa scelta ma abbiamo una spesa pensionistica che sta divorando i margini di riforma del welfare e sulla quale è necessario intervenire”, conclude Forlani.