Gentiloni si appresta a tornare a Roma?
28 Maggio 2024
Il voto delle Europee si avvicina e quello che manca nel dibattito elettorale sembra essere proprio l’Europa. Poiché, proseguendo una consolidata tradizione, la politica italiana interpreta il voto europeo alla sorta di un sondaggio per cogliere gli umori dell’elettorato. Così si spiegano le candidature di Meloni e Schlein, che non metteranno piede a Bruxelles, ma ci mettono la faccia solo per catturare qualche voto in più; l’attenzione in gran parte al dibattito interno, invece di fare chiarezza sul ruolo dell’Europa; e la disattenzione verso la tematica della difesa comune, in una fase storica “fibrillata” a dir poco, in cui si mobilitano eserciti e carrarmati.
Così a destra, emergono divergenze che non possono essere spiegate solo con l’agone elettorale, figlio del proporzionale. I tre partiti, le tre destre italiane, appartengono a famiglie politiche diverse. Forza Italia stringerà accordi con i conservatori europei oppure proseguirà con la “maggioranza Ursula”? La Meloni, dopo l’ultima esternazione all’evento promosso dai nazionalisti spagnoli di Vox, al grido di “patrioti” e della crociata anti-gender e contro la maternità surrogata intenderà compiere un passo in avanti oppure si arrenderà alle sirene della vecchia foresta? E dal feeling con Ursula von der Leyen a quello con la signora Le Pen il salto appare “a rischio”.
E Salvini, alla ricerca del tesoro perduto, che si aggrappa all’effetto-Vannacci, posizionerà in maniera definitiva la Lega sul versante dell’estrema destra? Schermaglie, certo, ma anche questioni di sostanza che indicano il segno, il cammino di marcia di tre destre divise in Europa, ma unite in Italia. Anche se anche a Roma non mancano le avvisaglie di temporali di inizio estate. A partire dalla polemica sulla riemersione del redditometro. Sembrava una parolaccia per la destra, un provvedimento considerato nella logica del “grande fratello”, che penetra nella vita degli altri. Invece, proposto alla “chetichella” da un sottosegretario di Fratelli d’Italia (all’insaputa della premier?) ha suscitato l’irritazione di Forza Italia e Lega, tanto da costringere la premier a “sospendere” il provvedimento. Se ne riparlerà dopo il voto?
Anche il Pd non se la passa bene. Con la Schlein che candida l’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio e Cecilia Strada contrari all’invio delle armi agli ucraini, contestando la linea del partito. E i riformisti che mal sopportano lo slittamento sempre più a sinistra del partito, con la segretaria che firma i referendum anti-jobs act, una riforma voluta da Renzi, all’epoca segretario del partito. L’esito del voto può decidere il futuro della segretaria. Se non supera l’asticella del 20% i potentati interni potrebbero presentarle il conto. Gentiloni si appresta a tornare a Roma? E la polemica che ha suscitato parlando dei fondi del Pnrr per l’Italia frutto di un algoritmo e non dell’azione rivendicata da Conte testimonia che una parte del partito non ci sta più ad essere a traino del M5S.